Come lasciare il lavoro da dipendente e diventare designer freelancer

Lorenzo MigliettaLorenzo Miglietta
Da dipendente a designer freelancer

Lavori come designer da dipendente? Sogni di metterti in proprio e diventare designer freelancer?

Calma. Prima di buttarti alla cieca in questa avventura devi comprendere bene cosa fare e come farlo. Devi organizzarti.

Proprio per aiutarti in questa fase ho pensato che fosse necessario avere qui su Grafigata un articolo a riguardo.

Voglio subito iniziare l’articolo dandoti un consiglio che reputo fondamentale. Se hai un lavoro da dipendente e vuoi fare il freelancer, non mollare subito il lavoro! 

Se hai già un lavoro dipendente e vuoi iniziare una carriera da freelancer, spesso nella testa ti appaiono solo due potenziali scelte:

  1. Continuare a lavorare come dipendente e rinunciare a quello stupido sogno
  2. Licenziarsi e rischiare il tutto per tutto come freelancer

A me, personalmente, sembrano entrambe due scelte totalmente senza senso.

La prima è senza senso perché, avendo un sogno e ricacciandolo giù, ti porta alla strada dell’infelicità, della frustrazione.

La seconda è senza senso perché se non hai nulla da cui ripartire, licenziarsi e rischiare il tutto per tutto equivale a zapparsi sui piedi.

Esiste una terza opzione in realtà. Continuare per un po’ a lavorare come dipendente e, allo stesso tempo, iniziare a costruire le basi della propria carriera.

Costruendo un portfolio online, iniziando a svolgere piccoli lavoretti, facendo progetti personali per attirare attenzione, cercando potenziali clienti.

Insomma, dovranno essere mesi di transizione in cui, ebbene sì, lavorerai il doppio. Ma ne varrà la pena perché manterrai una stabilità economica e allo stesso tempo ridurrai l’impatto nel momento del cambio di lavoro.

Ma Lorenzo, tu che ne sai di cosa vuol dire passare da dipendente a freelancer? Sei sempre stato freelancer fin dall’inizio!

È vero.

E infatti ora lascio la parola a Silvia Pinna, designer freelancer, che ha costruito insieme a me il corso Super Freelancer.

Cosa ti racconterà Silvia? Innanzitutto la sua esperienza ma, cosa ancora più importante, ti darà una serie di consigli pratici per aiutarti gestire al meglio questa fase cruciale di passaggio.

Pronto? Allora iniziamo!

Come sono passata dal lavoro dipendente all’essere designer freelancer

Sono Silvia. Attualmente lavoro come designer freelancer. E sono contenta del lavoro che faccio e della libertà che ne deriva. Ma come ci sono arrivata?

Sono stata una dipendente anch’io, anni fa. Lavoravo per una grossa azienda a Milano, il classico posto a tempo determinato.

Ho lavorato 7 anni come dipendente, cambiando diversi datori di lavoro.

Ogni volta che cambiavo lavoro era sempre la solita storia: all’inizio ero carica di iniziare una nuova esperienza ma poco dopo questa adrenalina iniziale si affievoliva sempre più e lasciava spazio alla vita monotona di tutti i giorni.

Mi si ripresentavano ormai sempre le stesse dinamiche. Sempre gli stessi tipi di lavoro.

Sentivo che la mia creatività era imbrigliata!

Provare a parlare di questo disagio con amici e parenti era impossibile. “Non ti va mai bene niente, Silvia. Hai un lavoro ottimo, 13esime, 14esime e ferie pagate! E ti lamenti!” erano le risposte tipiche.

Non mi sentivo capita, e non sopportavo questa mentalità del “la vita deve andare così”. Non mi apparteneva per niente.

Al di là del fatto che consideravo quell’ufficio come un postaccio, c’era principalmente la voglia di percorrere la mia strada che mi spingeva a cercare altro.

All’inizio dell’articolo Lorenzo ha dato come consiglio quello di evitare di mollare il lavoro da un giorno all’altro ma pianificare la cosa, iniziando già ad organizzare la propria futura attività da freelancer.

È un consiglio validissimo, è vero. Ma, come la gran parte dei buoni consigli, è arrivato troppo tardi :)

Perché io ho mollato tutto da un giorno all’altro (o quasi).

Quando mi sono licenziata

Una mattina di lavoro qualunque. Un grosso problema (non qualunque). Dovevo assolutamente chiedere un permesso per il giorno dopo.

Vado diretta dal “capo” e senza troppi giri di parole gli dico:

“Scusami Marco, ma non riesco a venire a lavoro domani ho avuto un grave problema in casa. Ma non ti preoccupare. Troverò il tempo per finire di impaginare i cataloghi e a costo di non dormire venerdì mattina mando tutto in stampa, così saranno pronti per la fiera.”

Non avevo la più pallida idea di come, ma avrei sicuramente trovato il tempo. Non amo lasciare le cose incompiute o a metà.

La risposta: “No, Silvia. Tra poco abbiamo la fiera e ho bisogno tu sia disponibile in ufficio in caso di emergenze”

Non ci potevo credere. Mi aveva detto di no.

Detestavo quella situazione e detestavo sentirmi così. Come se stessi facendo un torto a qualcuno. Ma era la mia vita cavolo e quella morsa allo stomaco faceva malissimo.

Ma è questo che veramente voglio dalla mia vita? O forse è meglio alzarsi ogni mattina sapendo che non devo chiedere il permesso a nessuno e posso prendere le mie scelte liberamente?

Voglio vivere sapendo che avrò la libertà di decidere. Quella non me la poteva togliere nessuno. E ho realizzato che quella era l’unica realtà che volevo affrontare ogni giorno. Sapere di essere libera, ad ogni costo.

È in quel momento che ho realizzato che quello sarebbe stato il mio ultimo mese da dipendente.

Non ne potevo più. Quel lavoro si era definitivamente appropriato di una parte importante della mia vita fino a farmi entrare nel vortice lavorativo della routine che tutte le mattine ero lì. In ufficio dalle 9 alle 18.  E spesso continuavo a lavorare a casa per finire i lavori, sempre per lo stesso identico stipendio.

Senza sbocchi, crescite lavorative e quella mezza volta che avevo bisogno mi è stato negato un permesso.

Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Cosa mi bloccava? Perché non ho agito prima?

Ti ho detto che mi sono licenziata da un momento all’altro. Come se fosse una scelta improvvisa, presa in preda a qualche colpo di testa.

Riflettendoci, non è stato proprio così. È stata una decisione su cui, sotto sotto, ho ragionato per anni. Una scelta a cui pensavo quasi ogni giorno.

È quasi arrivata troppo tardi. O giusto in tempo.

Insomma, prima ero bloccata.

A distanza di anni ora so dirti cosa mi bloccava dal licenziarmi.

Avevo paura di non farcela.

Ma nel momento in cui ho capito che quella paura mi stava frenando a prendere una decisione che sapevo essere quella migliore per me, è giunta la consapevolezza.

Esatto. Non bisogna aver paura di fallire, ma avere consapevolezza che il “fallimento” può avvenire.

Che differenza c’è? C’è tutta la differenza di questo mondo.

La paura ti frena. Ti impedisce di prendere decisioni. La consapevolezza derivante dalla paura, invece, ti porta ad agire. Agire in modo che il fallimento non avvenga. Ti porta ad organizzarti e a pianificare. Senza avere paura ma avendo consapevolezza.

Ok, ma… Come trovare clienti?

Il passaggio da dipendente a freelancer è stato tosto.

Guardavo al mondo del lavoro con una lente “vecchia” e le mie azioni quotidiane erano frutto di supposizioni che avevo costruito nella mia mente in anni di lavoro da dipendente.

E come fa una che ragiona con la mentalità da dipendente a lavorare in proprio? Beh non può.

È per questo che inizialmente non riuscivo ad ingranare. Allegavo il curriculum via mail alle agenzie di comunicazione, facevo telefonate a potenziali clienti, cercavo conoscenze.

I risultati? Pochi.

In quel periodo l’unica domanda alla quale cercavo risposta era: come trovo i clienti?

Il problema, in realtà, è che si tratta della domanda sbagliata. E per forza di cosa le risposte erano ugualmente sbagliate.

Il passo fondamentale fu per me cambiare completamente approccio al problema.

Ti spiego meglio cosa intendo dire.

Il cambio di approccio: smetterla di “cercare clienti” ma farsi trovare

Piano piano iniziavo a guardare al mondo online in maniera diversa. Esistevano i social. Sì i social, questi sconosciuti.

Fino quel momento il mio utilizzo dei social era in modalità: “voyeur”, osservatrice.

Su Facebook davo uno sguardo qua e là, ogni tanto scappava un timido like e qualche fugace commento. Facevo di tutto per non fare uscire la mia personalità. Un po’ la timidezza e un po’ perché non credevo potesse portarmi qualcosa di interessante.

Ma giorno dopo giorno vedevo persone che si promuovevano online, in modo molto divertente. Utilizzando immagini accompagnati da testi molto persuasivi. Si vedeva che sapevano ciò che facevano.

Man mano che leggevo, guardavo e cliccavo sugli altri post la curiosità cresceva ed ero sempre più affascinata dal mondo online. Ora i Social stavano iniziando a starmi simpatici.

Avevo capito di voler definitivamente sfruttare davvero il mondo online per il mio lavoro da Graphic designer.

Ho iniziato a studiare e leggere libri in ambito marketing, social media e simili. Ho iniziato a studiare e sperimentare per capire come fare content marketing, come promuoversi, come gestire il tempo. Ho seguito corsi e ho partecipato a eventi e seminari su tutti questi argomenti.

Quello che è necessario quando si cambia da dipendente a libero professionista è un cambio di approccio al lavoro.

Smetterla di pensare al trovare i clienti ma iniziare a farsi trovare.

Come farsi trovare e promuoversi

Nel mondo ci sono decine di migliaia di persone che fanno già da più tempo di te il tuo stesso lavoro come freelancer.

Ripetiti questa frase ogni mattina appena sveglio.

Questa frase deve spronarti ogni giorno a migliorare, a recuperare il gap con gli altri, a mettere la freccia a sinistra e superarli.

Uno dei modi migliori per mettere la freccia a sinistra è farti trovare.

E non mi riferisco ad aprire un negozio in Piazza Duomo a Milano a fianco alle palme con un’insegna gigante con scritto “designer”. No, mi riferisco all’online. Fatti trovare online.

Quello che imparato nei primi anni da freelancer è che chi cerca un designer (e non ne conosce già uno) nella maggior parte dei casi lo cerca su internet. Su Google, su Facebook, su Behance (quelli più informati), su LinkedIn, eccetera.

Tu dove sei? Riesci a essere trovato in questi casi? C’è una vaga possibilità che tu venga notato?

Io stessa mi sono fatta ad un certo punto queste domande. E ho iniziato quindi a cambiare il mio atteggiamento mentale e pianificare strategie che prima avrei ritenuto impensabili.

(Le migliori strategie sono contenute all’interno del corso che io e Lorenzo abbiamo creato: Super Freelancer)

La mia storia è finita, ora voglio darti alcuni consigli pratici e concreti che tu stesso puoi mettere in pratica.

La prime cose da fare quando si passa da dipendente a designer freelancer

1. Passa del tempo a lavorare sul tuo approccio mentale

E non riguarda solamente l’approccio con cui si cercano clienti.

Essere freelancer vuol dire innanzitutto avere la mentalità da imprenditore. Il tuo tempo è molto prezioso e ogni operazione che compi è un piccolo tassellino per la realizzazione dei tuoi obiettivi e un passaggio allo step successivo.

Quindi come prima cosa: inizia a lavorare su te stesso.

Prendi fiducia delle tue capacità, analizza in modo più obiettivo possibile i tuoi punti di forza e punta su quelli. Per riuscire però a guardarmi con obiettività sono riuscita a cambiare mentalità. Inconsciamente, lo ammetto, ma è avvenuto.

Né io né Lorenzo siamo guru spirituali e non possiamo dirti come fare nel tuo caso specifico.

Quello che posso fare è dirti io stessa come ho fatto. Semplice: ho iniziato a curarmi di me e della mia salute. Che sembra una cavolata ma curando l’alimentazione mi sono accorta che alimentandomi meglio la mente diventava via via sempre più lucida.

Oltre al cambio nutrizionale ho iniziato a seguire siti e leggere libri sulla crescita personale. Mi hanno aiutato tanto a migliorare me, le mie insicurezze e i rapporti con le persone.

Non so dirti se questo funzionerà anche per te come ha funzionato per me. Ma sono sicura che ti potrà dare un aiuto!

2. Pianifica

Pianifica che tipo di designer sarai, pianifica con che tipo di cliente vorrai lavorare nel giro di qualche anno, pianifica quali strategie vorrai seguire per promuoverti e trovare clienti e con quale aggressività le applicherai.

Pianifica su che basi finanziarie ti potrai muovere. Hai già dei risparmi da cui attingere? Hai la possibilità di usare uno studio o affittare una scrivania? Vuoi lavorare da casa? Conosci le lingue straniere e puoi puntare su altri mercati?

Insomma, fatti un profondo esame di coscienza e delle tue competenze e cerca di pianificare, in linea generale, che tipo di designer e che tipo di professionista sei e vorrai essere.

Pianifica a lungo termine, fatti ossessionare da quelli che sono i tuoi obiettivi da qui a tre anni, i tuoi sogni!

3. Definisci la tua nicchia

Al di là del tipo di designer che vorrai essere (graphic designer, motion designer, video editor, ecc) che è qualcosa che nasce dalle tue competenze preesistenti, definisci anche qual è la tua specialità.

Lorenzo, ad esempio, pur avendo competenze trasversali ha scelto da tempo di proporsi prima di tutto come logo designer.

La tua nicchia può essere la comunicazione online, la costruzione di siti dinamici, la creazione di elementi per la stampa, la creazione di video per YouTube, la realizzazione di banner pubblicitari, eccetera, eccetera.

La tua nicchia sarà il tuo cavallo di battaglia.

Ciò non significa che dovrai fare solo quello, anzi! Significa che il quello ti potrai qualificare come un designer dalle qualità e conoscenze uniche.

4. Costruisci la tua strategia per “trovare” clienti (per farti scegliere)

Una volta fatti questi passaggi chiave, sarai più lucido per affrontare le fasi successive, e mettere a punto il tuo lavoro da indipendente. Le ho riassunte in questa infografica.

Per strutturare un’attività da designer freelancer ho capito che bisogna lavorare su questi quattro fronti.

Focalizzati sul tuo personal branding

Scegli il nome del tuo sito, compra il dominio e l’hosting , impara le basi di WordPress, costruisci il tuo sito web. Inoltre crea o migliora i tuoi lavori su Behance e presenta i lavori in modo professionale aiutandoti con i mockup.

Sfrutta i social

Behance non è solo un portale in cui puoi caricare i tuoi lavori, ma è anche un vero e proprio social network. Utilizzalo come tale. Puoi scambiare pareri tra creativi e ogni volta che carichi un progetto promuovilo sugli altri social che utilizzi. Sfruttai network che ti sono più affini: Instagram in  cui puoi lavorare molto con le immagini, Snapchat per mostrare o raccontare il tuo lavoro in prima persona, e Facebook dal quale puoi lanciare delle campagne targhettizzate.

Impara a gestire il cliente

Beh questa è una cosa che va imparata sul campo, e più esperienza farai e più diventerai cintura nera con i clienti. Quello che puoi fare subito per entrare in campo motivato e sicuro di te è: fai un accurato design brief, stabilisci i prezzi del tuo lavoro, stabilisci quanto vuoi guadagnare e sotto quale cifra non scenderai. Scegli come impostare i preventivi e organizzare il tempo a tua disposizione.

Come farti scegliere

Gli strumenti più importanti per fare web marketing e far sì che quindi siano le persone a trovare te e non viceversa è: realizzare un funnel di vendita. Prova a lanciare anche una offerta su Fb investendo pochi euro per fare dei test, online è pieno di informazioni gratuite e guidate per realizzarle.

Impara dai nostri errori

Così dopo moltissimi errori sul campo, una marea di libri letti in ambito marketing , centinaia di euro spesi in test su Facebook ads, moltissimi mesi per capire come gestire il tempo, decine di seminari su come trovare clienti online,  insieme a Lorenzo Miglietta abbiamo deciso di creare di un corso per Designer freelancer.

Proprio per non far passare più a nessun designer quello che abbiamo passato noi.

Un corso che noi per primi abbiamo cercato qualche anno fa sul web ma non abbiamo mai trovato.

Un corso di più di 350 pagine divise in 19 moduli PDF, 5 video tutorial pratici, 3 casi studio, strategie avanzate e decine di risorse e strumenti utili per far decollare finalmente la tua attività da designer freelancer.

Scopri il corso!

Conclusioni

Questo a grandi linee è il percorso che ho seguito in questi anni e che consiglierei per arrivare a lavorare da indipendente.

Non è stata una passeggiata lo ammetto. Ho anche compiuto un sacco di errori in questi anni di attività. Ma giorno dopo giorno ho imparato cosa fare per emergere in questo mare di grafici freelance.

Sei ancora in dubbio su che strada prendere? Raccontaci la tua storia e i tuoi dubbi qui sotto, nei commenti!

Un abbraccio,

Lorenzo e Silvia.

Commenti:

Ci sono 10 commenti in “Come lasciare il lavoro da dipendente e diventare designer freelancer”

  • Ciao / Hello
    “la nostra vita è cosi tanto influenzata dal design che senza questo non sapremmo dove pisciare, quando siamo al centro commerciale”
    Continua nel mio Blog.

  • Molto, molto interessante. Queste sono perle di vita vissuta, grazie.
    Una domanda: nell’infografica alcuni cerchietti sono tratteggiati, come mai?

    • Ciao Leo, grazie per le perle <3 spero ti siano di aiuto e/o di ispirazione :) Nell'infografica trovi gli argomenti trattati nel corso e abbiamo deciso di cerchiare i nomi dei capitoli principali, mentre gli argomenti di approfondimento a quelli principali tratteggiati ;)

  • Bellissimo articolo, grazie! Mi aiuta sempre di più a riflettere…
    Leggendo su un sito che tratta di fisco però, leggo che scegliendo il Regime Forfettario, il contributo Inps (Lavoratori Autonomi) consiste in un’aliquota che attualmente è del 25,72% e che si paga sul reddito effettivo risultante dalla dichiarazione dei redditi. Ma è tantissimo!!!!!!!! Questa cosa mi scoraggia non poco…

  • Un’articolo che tocca profondamente tutti noi Designer che in bilico tra le due scelte continuiamo ancora oggi ad avere le stesse problematiche. Il cambiamento siamo sicuramente noi stessi, e voi avete spiegato perfettamente in modo molto semplice quanto tutto possa prendere forma…. da come improntiamo le basi.

    Io, un’italiana che per scelta sono voluta tornare in Italia, purtroppo combatto ancora dopo 8 anni per trovare una mia dimensione. Aggiungo che ritrovarsi sempre a scadenza di contratto.. è frustrante perchè con il tempo inizi davvero a valutare la scelta di essere indipendente.
    Mi chiedo in particolare su un passaggio “Come farti scegliere” il procedimento è lo stesso anche per i grandi Brand?

    Grazie mille
    Dada

    • il procedimento è lo stesso anche per i grandi Brand?

      Sì, ma con molto più impegno, un portfolio molto più solido, competenze più elevate e distinguibili nella massa, social proof, storico clienti, ecc. Non ci si arriva dal giorno alla notte a lavorare con i grandi brand ovviamente

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