Che cos’è la User Experience? E come diventare UX Designer?

Matteo Di PascaleMatteo Di Pascale
Che cos'è la User Experience

Che cos’è la User Experience? E da dove si deve iniziare per diventare uno UX Designer? Che poi, cosa fa uno UX Designer, nello specifico?

In questo articolo, voglio rispondere nel dettaglio a queste domande!

Pronto? Ok dai, cominciamo!

Si sente parlare sempre più spesso di queste due parole: “User” (utente) e “Experience” (esperienza). C’è chi le butta in mezzo al discorso in maniera grossolana, chi le cita in concomitanza di altri termini come «app» e «siti web», chi le ha googlate perché trovate in qualche annuncio di lavoro. Ma, insomma, a cosa si riferiscono? E perché sono così importanti nel mondo del design?

Descrivono, infatti, un mondo in costante espansione, quasi un trend all’interno dell’universo digitale, ovvero, quello del UX Design (o User Experience Design). Andiamo a vedere di che si tratta.

Che cos’è la User Experience?

Ogni volta che una persona mi chiede quale sia il mio lavoro, alla risposta «UX Designer» vedo occhi contratti e facce perplesse.

Non è facilissimo spiegare il mio ruolo perché il mondo della User Experience (la UX) è articolato, tuttavia ci provo sempre.

Quando rispondo che «faccio app e siti web», i visi cominciano a schiarirsi. Approfitto di quell’apertura per precisare: «Però io li progetto bene, non così come viene e nemmeno basandomi solo sulle mie percezioni. Faccio uno studio degli utenti che vivranno l’esperienza con il prodotto (per questo si chiama User Experience) e lo strutturo perché questa famosa esperienza sia la migliore possibile. Progetto sulla base dei bisogni degli utenti».

Se ancora la persona davanti a me ha dei dubbi, aggiungo: «Ti è mai capitato di avere problemi con l’app della banca, con lo sportello del bancomat, con il display della lavatrice?». Annuiscono tutti, senza eccezioni. «Ecco, tutte quelle volte che provi frustrazione, da qualche parte c’è uno UX Designer che non ha fatto bene il suo lavoro».

Un’introduzione allo UX Design

Nei corsi di formazione di UX, si parte sempre con la storia della User Experience, si mostrano slide con lunghissime definizioni tratte da Wikipedia o dal sito della Nielsen-Norman Group e si sparano acronimi come HCD (Human-Centered Design), UCD (User-Centered Design), HCI (Human-Computer Interaction), ecc.

Ad esempio, si definisce spesso la User Experience come ciò che “…comprende tutti gli aspetti dell’interazione dell’utente finale con l’azienda, i suoi servizi e i suoi prodotti“, usando la definizione della Nielsen-Norman Group, oppure come “le risposte e le percezioni di una persona che risultano dall’utilizzo o dal passato utilizzo di un prodotto, un sistema o un servizio” usando la definizione ISO 9241-210.

Ma, insomma, cosa bisogna assimilare da tutta quella letteratura? Che cos’è il Design dell’Esperienza Utente?

In pratica, la User Experience lavora sull’Esperienza dell’Utente, quindi mette al centro del processo progettuale l’utilizzatore del prodotto (concetto ripreso dallo Human-Centered Design ovvero Design incentrato sull’essere umano).

Detto in parole povere, quando si parla di UXD, User Experience Design, non si progetta ciò che piace al designer, ma quello che soddisfa l’utente; e lo si fa migliorando usabilità, accessibilità e piacere nell’utilizzo di un prodotto.

Cosa fa lo UX Designer?

Lo UX Designer è, ovviamente, il designer specializzato nella progettazione nel mondo dell’Esperienza Utente. Se vogliamo schematizzare i concetti espressi finora, uno UX Designer:

  • Non inventa i bisogni di un utente MA li ricava da sondaggi e interviste;
  • Non progetta una cosa tanto per MA progetta una soluzione a un problema;
  • Non sviluppa le funzioni di un prodotto secondo la propria intuizione MA progetta sulla base di dati;
  • Non discute con i colleghi su come qualcosa fa fatto oppure no MA costruisce un prototipo e osserva come gli utenti interagiscono con esso.

«Ma quindi lo UX Designer non fa un lavoro creativo?»

Lo UX Designer non è un artista. Anzi, in verità, nessun “tipo” di Designer lo è (il design non è arte).

Il suo obiettivo non è quello di esprimere le proprie emozioni in maniera libera e autonoma. Il suo scopo primario è creare un prodotto che risponda a reali bisogni degli utenti e che questi ultimi siano in grado di utilizzare in maniera soddisfacente. La creatività del suo lavoro consiste in un’attività di Problem-Solving costante, nella capacità di trovare soluzioni a problemi complessi.

Quali sono i compiti dello UX Designer?

La User Experience è un aspetto presente in tutti gli ambiti progettuali. Ci basti pensare che uno dei libri cardine consigliato agli apprendisti UX Designer è “La caffettiera del masochista” nel quale Don Norman parla di ogni genere di prodotto, dalle lavatrici alle maniglie delle porte. E Norman ha ragione: la progettazione UX può essere applicata con profitto per migliorare l’esperienza di utilizzo di un ascensore, un libro, persino di un intero supermercato.

Qui però non si fa teoria fine a se stessa.

Nel momento in cui scrivo (settembre 2018) lo UX Designer si occupa principalmente della progettazione di prodotti digitali: app, siti web, sistemi operativi, giochi, ecc.

Se andate all’interno di un’azienda e chiedete di cosa si occupa il loro UX Designer, vi diranno che fa le app o i siti e, se leggete su Linkedin le specifiche delle offerte di lavoro in ambito UX, si parla di esperienza con app e siti, di nuovo. Come mi ha spiegato un mio amico linguista, la lingua si evolve; perciò entriamo nell’ottica che, sebbene la definizione di UX sia molto ampia, oggi si riferisce soprattutto a prodotti digitali.

Ricapitoliamo: oggi lo UX Designer è quel progettista che si occupa di studiare gli utenti e di creare la struttura di prodotti digitali. Per dare una corrispondenza immediata con l’immaginario comune, è quello che fa i Wireframe.

Se non sai che cosa è un Wireframe, questa immagine qui sotto direi che è piuttosto esplicativa. Si tratta, in pratica, dello scheletro che descrive il funzionamento del prodotto.

Fonte: Br3nnan.com

Ruoli simili allo UX Designer (ma che non sono proprio UX Designer, ecco)

Per non perderci, apro una piccola parentesi. Quando si cita la UX, è inevitabile sentir parlare anche di UI Designer e di Digital Art Director. Spieghiamo questi ruoli.

UX Designer vs. UI Designer

Se lo UX Designer si occupa dello scheletro, lo UI (User Interface) Designer progetta il vestito. Il primo studia la struttura, l’altro la grafica.

Nello specifico, il primo svolge ricerche sugli utenti, analizza i competitor, verifica l’idoneità del prodotto con i bisogni individuati e sviluppa la meccanica; il secondo idea una gerarchia visiva efficace e costruisce un linguaggio grafico coerente con il target di riferimento e gli obiettivi di business. In aziende molto strutturate, esiste il reparto User Experience distinto da quello User Interface, ma molto spesso UX e UI sono la stessa persona; in quel caso si parla di UX/UI Designer.

Questo capita specialmente tra chi entra in questo mondo o come freelancer o come dipendente di aziende medio-piccole, in cui i ruoli progettuali tendono ad essere maggiormente raggruppati.

Digital Art Director vs UX/UI Designer

Il Digital Art Director è una figura che nasce nelle agenzie di pubblicità (la versione Digital del classico Art Director) e che, oltre a occuparsi di comunicazione per campagne online, ricopre anche il ruolo di UX/UI Designer.

In genere (e per semplificare), se si lavora in agenzia di comunicazione ci si chiama Digital Art Director, se si lavora in azienda UX/UI Designer.

Ci sono anche altre diciture per definire il lavoro di UX Designer

Una parentesi legata agli annunci di lavoro ci può aiutare a riflettere sulle sfumature dei diversi ruoli. Anche le aziende adottano e interpretano le etichette secondo la loro cultura interna e le loro esigenze specifiche.

C’è chi parla di  Interaction Designer, Digital Product Designer, UX Architect, UX Specialist; c’è chi fa una netta distinzione tra UX Researcher e UX Designer; al tempo stesso, per rispondere a bisogni più orizzontali, capita di leggere annunci di lavoro per UX/UI Designer che devono saper programmare in HTML, CSS e Javascript (competenze da Frontend Developer), o di Art Director con competenze nella progettazione di app e siti web. Per scoprire di che ruolo si tratta davvero è necessario leggere le specifiche con attenzione!

Da dove iniziare per imparare la UX

Lo UX (User Experience) Designer è una delle professioni più ricercate e meglio retribuite in questo momento, quindi la fatidica domanda «Come si diventa UX Designer?» mi viene posta molto spesso.

Alcune importanti precisazioni

Intanto ricordiamoci che:

  • Lo UX Designer è una delle professioni “nuove”, come lo sono lavori come il Social Media Manager, il Digital Strategist, il Creative Technologist, ecc. e non esistono ancora percorsi universitari dedicati per ottenere questi titoli.
  • È una figura in continua evoluzione. Abbiamo avuto i Web Master, i Web Designer, gli Interaction Designer e ora si parla di UX Designer. Chissà come verranno chiamati fra qualche anno!
  • I primi UX Designer in campo digitale si sono improvvisati. L’iPhone 1 è uscito nel 2007, aprendo le porte a un mondo tutto nuovo che ha premiato i più intraprendenti.
  • La User Experience come viene considerata oggi (progettazione di prodotti digitali quali siti web e app) sta diventando una vera e propria disciplina che abbraccia User-centered Design, Usabilità, Strategie di Business, Processi Agile e Lean. Sta quindi diventando più ricca e più complessa.

Cosa significa? Che diventa sempre più oneroso in termini di tempo ed energie acquisire tutte le competenze da UX Designer. Siamo di fronte a un “manuale” che aumenta le sue pagine senza sosta.

Detto questo, torniamo alla domanda:

Come si diventa UX Designer oggi?

Abbiamo due modi:

1. La via dell’autodidatta

Se si ha un background da graphic designer, questo sistema viene particolarmente comodo: si costruisce un portfolio (anche finto) che mostri mockup di app o siti web, ci si arma di un po’ di faccia tosta e ci si vende come UX Designer presso un’azienda dove poter fare esperienza. Se si è abbastanza brillanti e si resiste qualche mese, si può imparare sul campo!

PRO: Non ha alcun costo, se non quello del tempo impiegato.

CONTRO: Il mercato sta diventando più consapevole di quelle che dovrebbero essere le competenze di uno UX Designer, e di pari passo le aziende. Quindi potrebbe non essere facile “spacciarsi” per qualcosa che non si è. In aggiunta, quando si studia la materia per conto proprio, c’è sempre il rischio di diventare professionisti poco preparati.

2. Possiamo iscriverci a un corso specializzato (in accademie, università, ecc)

Sebbene le università non si siano ancora attrezzate con lauree ad hoc, esistono molti corsi per imparare le basi della UX. Alcuni sono poco seri e cavalcano l’onda di un trend in espansione, altri al contrario sono strutturati con attenzione e permettono davvero di iniziare una carriera come UX Designer.

Se si è alle prime armi, sono da evitare i corsi intensivi di una o due giornate, spesso del tutto teorici, e prediligere quelli che al contrario prevedono attività pratiche focalizzate sulla creazione di progetti di UX.

La User Experience non è un semplice “disegnare interfacce”: prevede l’adozione di un processo progettuale che può disorientare all’inizio e che richiede un certo tempo per essere compreso e padroneggiato. Proprio per questo motivo il corso completo di UXBox richiede circa 6 mesi di impegno, durante i quali lo studente viene seguito da un mentor nella progettazione di una web-app responsive che diventerà parte integrante del suo portfolio.

PRO: Si imparano davvero le basi di una professione complessa e si arriva ai primi colloqui di lavoro sicuri e preparati.

CONTRO: Richiedono un investimento di denaro e di tempo prima di poter iniziare a cercare un lavoro come UX Designer.

3. Il mio consiglio su come diventare UX Designer

Sia che tu studi da autodidatta o che tu vada a frequentare un qualche costoso corso specializzato, quello di cui hai bisogno per diventare UX Designer sono ovviamente le competenze.

Il consiglio che ti voglio dare a tal proposito è: studia le basi e trova un lavoro per applicarle.

Studia le basi con corsi e strumenti di formazione e trova un lavoro per applicarle quelle basi.

È come guidare la macchina: prendere la patente non basta, bisogna fare molta pratica! L’obiettivo finale dev’essere quello di entrare in un’azienda dove imparare giorno dopo giorno, attraverso un confronto costante con i propri colleghi. Il modo per arrivare al primo lavoro non è importante: per assurdo, si può anche entrare in un ufficio e chiedere di lavorare gratis per sei mesi.

Tuttavia, seguire un corso specifico aiuta, perché velocizza il processo e rende più consapevoli e sicuri di sé. Inoltre, presentarti con le giuste competenze ad un colloquio di lavoro ti permette magari di saltare i tirocini gratuiti formativi.

Proprio per questo io e Lorenzo abbiamo deciso di creare la community di Grafigata UX-Box, in cui condivideremo a partire da oggi pillole, consigli, guide dettagliate e risorse relative al mondo della UX.

Puoi iscriverti qui al nostro gruppo!

Inoltre, sta per arrivare il corso avanzato di Grafigata sulla User Experience, che ti permetterà di avere uno strumento per poter finalmente imparare tutti i segreti, le tecniche e le strategie lavorative su questo fantastico mondo.

Conclusioni

Oggi abbiamo fatto un po’ di chiarezza sul mondo della User Experience e su due delle possibili vie per iniziare una carriera da UX Designer.

Un ultimo consiglio: gli strumenti più immediati ed economici per la formazione di un futuro UX/UI Designer sono quasi sempre nella nostra tasca e sulla nostra scrivania. Sto parlando di computer, smartphone e tablet! Iniziamo ad assumere un atteggiamento speculativo nei confronti dei prodotti che stiamo utilizzando, ricordandoci che dietro ognuno di essi ci sono team di designer con anni e anni di esperienza.

Esploriamo il loro lavoro con presenza e attenzione, e chiediamoci il perché delle loro scelte progettuali: le troviamo efficaci? Noi avremmo fatto lo stesso? Impariamo a confrontarci costantemente con quelli che, pur ignari di tutto questo, diventeranno i nostri primi maestri!

Piaciuto questo assaggio di UX? Se ne vuoi ancora, iscriviti alla community di Grafigata UX-Box! In cambio, entrerai a far parte del gruppo decisamente più figo di UX Designer e riceverai anche in regalo il mio “Manuale di Sopravvivenza per UX Designer”.

Alla prossima,

Matteo.

Commenti:

Ci sono 4 commenti in “Che cos’è la User Experience? E come diventare UX Designer?”

  • Questa disciplina mi affascina molto perché unisce molte professioni sotto un unico “cappello”
    c’è da saperne di grafica, di psicologia del colore, di codice (migliorando dove necessario il sito web) di analitica, analizzando i dati per capire meglio dove gli utenti escono dal sito / abbandonano il carrello, ecc.
    È sicuramente una professione molto stimolante sia per i risultati che si possono raggiungere, ma anche perché c’è mercato… è pieno di siti con una pessima user experience :)

  • Secondo me siete un team formidabile, riuscite a dare la dritta via, le giuste info, a differenziarvi da questo mondo digitale così caotico! Grazie perché quando leggo i vostri articoli mi sento più consapevole… Ragazzi davvero complimenti! Daniela

  • Vorrei fare 2 precisioni all’articolo:

    1. Esiste al politecnico di milano un corso magistrale in interactive design fatto apposta per diventare UX designer. In ogni caso, le aziende grosse richiedono o comunque almeno preferiscono se il candidato per tale posizione lavorativo abbia almeno una laurea triennale in psicologia, design (a volte anche arte) o informatica (ovviamente quest’ultima solo per le aziende che lavorano nel settore digital. Per fare ux design di un forno, non verrà mai richiesta una laurea in informatica, a meno che non si tratti dell’ux design del software integrato). Nel caso si abisca ad essere UX researcher è fondamentale il phd o quantomeno la magistrale, in design o psicologia.

    2. Non si programma in HTML, ma si scrive codice (scusatemi, ma mi era d’obbligo, precisare).

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