Quali sono i migliori font della libreria Google Fonts? In passato qui su Grafigata ti ho spiegato come scegliere un font e ti ho raccontato di quelli che sono i font preferiti dai designer. La maggior parte di quei font sono però “premium”, cioè con una licenza a pagamento.
In questo articolo, invece ti voglio guidare nella scelta tra più di 1600 famiglie di font che Google ha messo a disposizione negli anni.
Quali sono i migliori font di Google serif? E quali i migliori sans serif? E gli altri? In questo articolo provo a darti la mia opinione e aiutarti nella scelta.
Ma che cosa sono i Google Fonts?
Google Fonts è sostanzialmente una libreria di font a licenza libera e cioè caratteri open source e senza costi. In pratica, i font che si trovano lì sopra sono caratteri tipografici che Google ha messo a disposizione gratuitamente per tutti.
Il progetto è partito nel lontano 2010 e da allora la libreria viene gestita nel repository GitHub di Google Fonts da dove si possono scaricare tutti i file originali.
Attualmente, ci sono più di 1600 diverse famiglie di font. Le famiglie di font sono in pratica dei gruppi di font con pesi diversi come Regular, Bold, Light, Italic, ecc.
E come si possono usare? Che licenza hanno?
Come detto, la licenza è libera il che significa che li potrai usare per qualsiasi utilizzo, sia a livello commerciale che personale e anche per un tuo sito web o progetto online.
L’unica cosa che non è consentita, ovviamente, è la rivendita di quei file.
Ma puoi usarli per creare un logo, per stampare delle scritte su una maglietta, per stampare un libro o per realizzare un sito web.
In base a cosa scegliere?
In questo articolo ho scritto nel dettaglio quale dovrebbe essere il processo di selezione di un carattere tipografico. Ma ti voglio fare un riassunto per aiutarti a capire in base a cosa scegliere un font:
- Leggibilità: quanto vuoi che quello che scrivi sia leggibile? Se si tratta di un testo vuoi che sia estremamente leggibile anche in piccole dimensioni, ad esempio;
- Appropriatezza: deve essere coerente con quello che è il tono di voce del tuo brand o del brand per cui stai lavorando;
- Umore: ogni font ha un umore, dato dalle sue forme più o meno squadrate, curve o aguzze. Tieni presente questo aspetto, che si lega molto all’appropriatezza;
- Necessità di utilizzo: dovrà essere utilizzato per un titolo per un testo? Sappi che molti font sono progettati solo per una o per l’altra casistica. Infatti, i font “body” o “text” sono progettati con accortezze che li rendano ben leggibili in piccole dimensioni. I font “display” o “title”, invece, sono progettati con una migliore gestione degli spazi tra i glifi quando usati in grandi dimensioni e spesso non hanno una grande varietà di pesi.
- Categoria: serif (graziato) o sans-serif (bastoni)? Oppure slab serif? O monospazio? Questa è un’altra scelta di design da fare.
Vediamo quindi i migliori Google fonts divisi proprio per quest’ultimo aspetto: la categoria tipografica.
I 7 migliori Google Font sans-serif
Inter
- Perché l’ho scelto: è probabilmente il font più neutro, anonimo e noioso che possa esserci. Proprio per questo è ottimo in moltissime situazione in cui neutralità e anonimato sono gli obiettivi dietro una scelta tipografica.
- Come è meglio usarlo: si presta bene a molti utilizzi ma il fatto che non ha varianti italic né oblique lo rende decisamente preferibile usato come titolo oppure nel logo design.
Work Sans
- Perché l’ho scelto: è un carattere piuttosto neutro ma con un interessante tocco di dinamicità dato, ad esempio, dalla “a” minuscola.
- Come è meglio usarlo: si presta sia ai titoli che ai testi (dove lo preferisco).
Fira Sans
- Perché l’ho scelto: è compatto e di ottima leggibilità, ha una grande varietà di pesi (9 pesi dal Thin al Black) e ha un maiuscolo molto bello. Trasmette un umore estremamente rigoroso ma elegante e con un leggero pizzico di stravaganza.
- Come è meglio usarlo: l’uso migliore è secondo me nei testi. Ma si presta bene anche ad essere usato come font “per tutto” e cioè titoli, sottotitoli e testi. Valutabile anche nel logo design, specialmente il maiuscolo.
Source Sans Pro
- Perché l’ho scelto: è un font variabile con già impostati 9 pesi (con relative 9 versioni italic) quindi permette un’estrema flessibilità.
- Come è meglio usarlo: è il primo font open source progettato da Adobe. È perfetto per essere usato nelle interfacce, specialmente su mobile, grazie all’ottima leggibilità in piccole dimensioni.
Roboto
- Perché l’ho scelto: è uno dei Google fonts più noti e apprezzati perché è neutro ma allo stesso tempo riconoscibile, specialmente se usato in maiuscolo.
- Come è meglio usarlo: molti lo usano anche per i testi ma io lo preferisco come font display e quindi per titoli o loghi.
Poppins
- Perché l’ho scelto: è probabilmente uno dei migliori caratteri geometrici gratuiti che ci sia in circolazione. È un’ottima e flessibile alternativa al Futura.
- Come è meglio usarlo: è fantastico nel logo design e nei titoli. Molti lo usano anche per i testi avendo vari pesi e varianti ma personalmente non sono un grande fan dei caratteri geometrici usati nei testi (trovo non efficace la leggibilità).
Lato
- Perché l’ho scelto: è l’ultima (quasi) menzione tra i font sans serif ma è in realtà uno dei miei preferiti. Per vari motivi. Il primo è che un font umanista ispirato al Frutiger (che adoro) di cui è un’ottima alternativa. Il secondo è che ha un’ottima leggibilità. Il terzo motivo è che ha un vero italic secondo me molto bello che lo distingue tra i sans-serif.
Infatti lo usiamo proprio qui su Grafigata, è il font che stai leggendo! - Come è meglio usarlo: qui lo usiamo per tutto ma dà il suo meglio nei testi.
Menzioni speciali: Open Sans, Montserrat, Noto
Questi 3 font sono tra i più noti ed utilizzati in assoluto (specialmente l’Open Sans). Sono sicuramente ottimi, senza dubbio. Non li ho inseriti per spingerti a fare scelte un po’ più originali.
Riguardo il Noto: è progettato per supportare il più grande numero possibile di lingue, con più di 60000 glifi. È perfetto quindi se hai bisogno di fare qualcosa multilingua.
I 7 migliori Google Font serif
Libre Baskerville
- Perché l’ho scelto: perché è estremamente elegante ed è un ottima alternativa gratuita alle varie digitalizzazioni del Baskerville che esistono sul mercato. Unica pecca: è disponibile solo in Regular, Italic e Bold quindi non ha molte varianti di peso (ma per un utilizzo in lunghi testi bastano questi 3).
- Come è meglio usarlo: come detto, dà il suo meglio nei testi.
Playfair Display
- Perché l’ho scelto: è una delle più valide scelte nella categoria dei font transizionali (quelli ispirati ai caratteri di metà/fine XVIII secolo come il Baskerville) e cioè che uniscono grande eleganza e ricchezza visiva ad un’ottima leggibilità.
- Come è meglio usarlo: è esplicitamente progettato per essere utilizzato nei titoli o in grandi dimensioni. Esiste anche il Playfair che invece è pensato per i testi.
Lora
- Perché l’ho scelto: unisce forme estremamente aggraziate e ispirate alla calligrafia manuale a grazie (serif) nette e perpendicolari. Il risultato è qualcosa di molto artistico ed elegantemente moderno.
- Come è meglio usarlo: lo scarso contrasto visivo tra le aste orizzontali e verticali e la buona dimensione dell’altezza della x lo rendono perfetto per i testi. Sia su schermo che in stampa.
Source Serif
- Perché l’ho scelto: è la variante serif del Source Sans e ne condivide i principi di neutralità, flessibilità e leggibilità.
- Come è meglio usarlo: così come la versione sans è adatta alle interfacce, anche la variante serif è pensata per gli schermi. Non è però adatta ai lunghi testi non avendo né italic né oblique. Si abbina alla perfezione, ovviamente, con il Source Sans.
Merriweather
- Perché l’ho scelto: è un serif talmente serioso da sembrare un sans serif. Ha una leggibilità ottima, anche in piccole dimensioni e dà un effetto “condensato” pur non essendo un “condensed” il che può essere molto utile quando si vuole dare più peso visivo.
- Come è meglio usarlo: sicuramente come testo per il web, visto che è progettato con quello scopo. Ma non se la cava male anche come titolo.
Cardo
- Perché l’ho scelto: ha una leggibilità fantastica ed essendo un carattere di ispirazione umanista rappresenta un’ottima alternativa a font premium come Garamond o Minion.
- Come è meglio usarlo: testi, 100%.
PT Serif
- Perché l’ho scelto: l’ho messo dopo altri ma in realtà è uno dei miei preferiti perché riesce ad unire una grande leggibilità ed eleganza a dei tocchi di originalità e stravaganza.
- Come è meglio usarlo: perfetto per i testi, ottimo se si deve scrivere in caratteri cirillici visto che è stato progettato per la lingua russa.
I 5 migliori Google Font slab serif, monospazio e script
Space Mono (monospazio)
- Perché l’ho scelto: tra i vari font monospazio è il mio preferito perché non eccessivamente legato ad uno stile “vintage” o di macchina per scrivere.
- Come è meglio usarlo: in situazioni particolari, come tutti i monospazio. Titoli, logo design o per dare un tocco di originalità ad alcuni elementi testuali.
Roboto Slab (slab serif)
- Perché l’ho scelto: è la versione slab serif del Roboto e ne condivide gli stessi principi progettuali. È molto d’impatto e può essere una buona soluzione quando si vuole fare… rumore!
- Come è meglio usarlo: titoli e logo design.
Inknut Antiqua (slab serif)
- Perché l’ho scelto: è la soluzione perfetta quando si vuole fare qualcosa con effetto “antico”. Unica pecca è che non ha un italic quindi mi riservo la possibilità di sostituirlo con qualche altra soluzione migliore in futuro.
- Come è meglio usarlo: titoli, loghi o casistiche specifiche (es: giochi di ruolo ecc)
BioRhyme (slab serif)
- Perché l’ho scelto: è un font stranissimo però che mi fa impazzire per le sue forme sinuose e imprevedibili.
- Come è meglio usarlo: sicuramente per titoli e loghi e non per testi.
Sacramento e altri font “script”
- Perché l’ho scelto: ne ho scelto solo uno di font script. Perché ci vuole qualcosa di fatto bene invece di quella robaccia che spesso si trova online. Altri caratteri effetto “scritta a mano” molto validi: Tangerine, Dancing Script e Bad Script.
- Come è meglio usarlo: come tutti i font script, solo in determinate occasioni, solo per dettagli, titoli o pochi elementi grafici quasi di decorazione. NON usare gli script nei testi più lunghi di 1-2 righe!
Conclusioni
Quella che ho fatto è una selezione dei migliori Google Font, secondo me. Ma ce ne sono almeno altri 1500 nella libreria Google.
Ci sono moltissimi grandi esclusi come Raleway, Nunito Sans, Rubik, Neuton, PT Sans, Karla, Archivo Narrow, Syne, Space Grotesk, DM Sans.
Conoscere tutti i font non serve a molto. Quello che serve è saper lavorare con la tipografia.
Per questo, se sei interessato o interessata a saperne di più sul mondo dei font e della tipografia, ti consiglio di seguire il mio mini-corso Font-Ninja:
Scopri tutti i segreti sulla tipografia
Un mini corso, diviso in 7 moduli, che ti porterà a scoprire tutti i segreti da Ninja nell’uso dei caratteri tipografici all’interno di un progetto di design. All’interno del corso troverai anche una super risorsa: tutte le alternative gratuite ai font più famosi a pagamento!
Quali sono invece i tuoi Google Fonts preferiti? Fammelo sapere qui sotto nei commenti!
Un abbraccio,
Lorenzo.
Ottimo articolo e ideale come spunto creativo per l’abbinamento dei font!
Grazie 🙏
Ottimo articolo, sono d’accordo anche se mi sarebbe piaciuto includere anche Allegreya.
Ottima scelta per il font Inter io lo sto usando tantissimo. Se mi posso permettere di aggiungere un font nella lista vi consiglio “Plus Jakarta Sans” .-) … e complimenti per l’articolo
Cosa ne pensi del Comfortaa? Grazie mille!