Le applicazioni di un logo

Lorenzo MigliettaLorenzo Miglietta
Applicazioni di un logo

Un logo è per definizione l’elemento più iconico nel mondo della progettazione grafica. Contribuisce in modo fondamentale a costruire l’identità di un marchio, esternando l’anima di un’azienda e permettendole di differenziarsi dai suoi competitor. Ma riguardo cosa sia un logo ne parlo bene qui.

In un altro articolo avevo parlato della metafora dell’iceberg, secondo la quale un logo è soltanto la punta, la parte emersa dell’iceberg, mentre la maggior parte, quella sommersa, che non si vede ma c’è eccome (chiedere al Titanic) è rappresentata dal Brand.

Insomma, gran parte dell’immagine di un’azienda è data da tutto quello che ruota attorno al logo. In altre parole, da come esso viene declinato e applicato. In questo articolo, infatti, voglio parlarti delle cosiddette applicazioni di un logo.

Ma cosa si intende per applicazioni di un logo?

Per applicazioni di un logo si intende, molto semplicemente, tutti i possibili modi in cui un logo può essere utilizzato, dalla carta intestata alle t-shirt, dalla cartellonistica al biglietto da visita, dalla pubblicità in TV alla pagina facebook, eccetera.

Bisogna capire che, ormai, tutto è immagine. Le innovazioni degli ultimi anni nel mondo della grafica e la diffusione del concetto commerciale di immagine hanno fatto si che oggi ci sia, ovunque, un’abbondanza di immagini, di pubblicità, di fotografie, di elementi grafici e di colori. È quindi necessario capire che un logo, ormai, può essere applicato su un’infinità di supporti: su carta, su materiali vari come metallo e plastica, costruito in 3D e, ovviamente su schermo.

Anche se esistono nuove tecniche e innovazioni, i principi base del design rimangono gli stessi e l’obbiettivo è sempre quello di definire un’identità distintiva attorno a un marchio. Per far si che la creazione di un’immagine coordinata sia parte di un programma efficace bisogna quindi tenere anche conto delle regole applicative.

Le regole applicative

Stabilire e seguire delle determinate regole applicative è fondamentale per garantire la necessaria coerenza a un progetto di immagine coordinata. È proprio per questo che, per creare un branding coerente ed efficace, molte aziende fanno creare a noi designer i cosiddetti brand manual.

Nell’articolo che ho scritto sui brand manual, spiego come essi siano essenziali per evitare che il logo aziendale venga applicato in modo errato danneggiando l’azienda. Spiego anche che è necessario specificare dettagliatamente alcuni parametri, tra cui:

  • Le dimensioni. Quanto è grande il logo rispetto a un foglio a4 o a un manifesto? Quali sono le sue dimensioni minime?
  • La posizione. Come viene collocato rispetto ad altri elementi? Qual è la distanza minima rispetto al bordo di un foglio o di una pagina web?
  • I colori. Il logo avrà sempre lo stesso colore? Su che tonalità va utilizzata la versione colorata o quella bianca o quella nera? Scegliere il colore di un logo non è affatto semplice, queste linee guida ti possono aiutare.
  • I font. Quale font accompagna il logo? Le brochure come vengono scritte? Se non sai bene cos’è un font, leggi qui.

In base al tipo di immagine che si vuole creare si fanno determinate scelte anche riguardo le regole da scrivere sul brand manual.

Possono anche essere scritte regole dettagliate sui vari oggetti su cui il logo andrà applicato. Ma quali sono queste applicazioni?

Gli oggetti e i supporti su cui applicare un logo

Non avete idea di quanta difficoltà abbia riscontrato nello scrivere questo titolo. Cercavo un qualcosa che definisse tutto quanto, tutte le varie applicazioni di un logo, mi sono poi reso conto in ritardo che non può esistere una parola specifica ma solo parole generiche come “oggetti”, “supporti”, “cose”, “roba”.

Questo perché un logo e gli elementi grafici che lo accompagnano possono essere applicati su qualsiasi cosa, davvero! Se vuoi che la tua azienda comunichi mettendo il proprio logo su una facciata di un palazzo, cavolo, lo può fare!

Rimane sempre, comunque, una serie di oggetti standard che vengono presi sempre, costantemente, in considerazione quando si progettano campagne pubblicitarie o di diffusione del brand. Questi oggetti possono essere suddivisi in oggetti materiali e supporti immateriali. Ad esempio, il biglietto da visita e il sito web, rispettivamente.

Oggetti materiali

Per oggetti materiali intendo tutta quella serie di oggettistica che si può maneggiare. Innanzitutto ci sono i “grandi classici” che sono la carta intestata e il biglietto da visita, elementi forse un po’ superati ma tuttora utilizzatissimi. È bene, quindi, pensare anche a come gli elementi grafici del logo interagiranno con essi.

Poi ci sono tutti i cosiddetti corporate gift (regali aziendali, lo so, in italiano è brutto) che sono tutta quella serie di oggetti che solitamente vengono regalati ai potenziali clienti o che vengono utilizzati per fare promozione del proprio marchio aziendale. Rientrano nella categoria, ad esempio, matite, tazze, adesivi, spille, fermacarte, scatole, segnalibri, t-shirt, e chi più ne ha più ne metta.

Spesso, nel mondo della grafica, le applicazioni di un logo su diversi supporti, vengono simulate tramite l'utilizzo di mock-up (termine inglese che vuol dire appunto simulare). Qui un mockup gratuito in formato .psd da scaricare e utilizzare!

Molte aziende poi prevedono il loro marchio applicato sulle più disparate superfici, dalla lamiera verniciata di un furgone, alla carta di un manifesto, dal legno tramite incisione al cemento. In base, ovviamente, al tipo di azienda, si deve prevedere un diverso utilizzo del logo.

Spesso, nel mondo della grafica, le applicazioni di un logo su diversi supporti, vengono simulate tramite l’utilizzo di mock-up (termine inglese che vuol dire appunto simulare). Questo qua sopra è, ad esempio, un mockup gratuito in formato .psd da scaricare e utilizzare! Potete scaricarlo da qui.

Supporti immateriali

Applicazioni di un logo

Per supporti immateriali, come avrai già capito, intendo tutti quegli elementi multimediali che non si possono toccare con mano. E quindi video, audio, web, eccetera.

Il mondo delle pubblicità video o audio (tipo quelle della TV e della radio) non è il mio campo, e non si può certo liquidare in poche righe, basti sapere che, per aziende di grosse dimensioni, è una delle applicazioni di un logo più importanti ed efficaci. Se un messaggio, tramite testo, raggiunge 10 persone, tramite immagine ne raggiunge 100 e tramite video 1000. È quindi un aspetto da non sottovalutare.

Ma tra i supporti immateriali c’è sicuramente da prendere in considerazione il web. E quindi la creazione di un sito web aziendale, ad esempio, deve tenere sempre conto di come il logo e gli elementi grafici e di colore ad esso correlati vengono presentati. Stessa cosa vale per le applicazioni del marchio sui social network. Facebook ad esempio ha diverse esigenze dimensionali (foto profilo, copertina) rispetto a Google Plus.

Bisogna assolutamente prendere anche in considerazione il mondo degli smartphone e tablet e quindi considerare elementi grafici o strutture del sito web destinate agli utenti di quei dispositivi, che sono sempre più diffusi.

Conclusioni

Quindi, riassumendo, dopo aver creato un logo seguendo i principi base come la semplicità e la versatilità, bisogna considerare quelle che saranno le applicazioni, magari durante la stesura di un brand manual. Ci sono ovviamente delle regole applicative da tenere sempre a mente (ma che, una volta conosciute e comprese, possono essere “rotte” in modo intelligente e creativo).

L’importante, nella fase di applicazione del marchio, è tenere sempre a mente una parola chiave: coerenza. La coerenza compositiva è essenziale per far si che il messaggio trasmesso attraverso l’immagine coordinata sia univoco e il più possibile diretto.

Che dici? Ho dimenticato qualcosa? Sei d’accordo con quello che ho scritto o magari pensi che in fin dei conti la creazione di un’immagine coordinata non necessiti di regole? Qualsiasi sia il tuo parere, fammelo sapere qui sotto, nel box dei commenti!

Al prossimo articolo grafighissimo, Lorenzo!

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