L’agenzia che lo ha progettato lo chiama “reframing”: è l’intervento che ha portato a dare un nuovo logo e nuovi strumenti visivi a Gemini, l’intelligenza artificiale generativa di Google.
La necessità di questa operazione nasce da due spinte diverse ma altrettanto importanti. La prima, non serve forse nemmeno ricordarlo, è la crescente importanza che la tecnologia dell’IA generativa ha e avrà nel prossimo futuro. Quindi la necessità di dare al prodotto un’immagine sempre più forte e riconoscibile, in un contesto di competizione esasperata.
La seconda invece viene dall’uso sempre più esteso che Google farà di Gemini dentro al sistema operativo Android, quindi al ruolo che Gemini avrà nelle interfacce di moltissimi smartphone.
Ok, adesso che ti ho spiegato il perché di questo restyling, vediamo in cosa consiste.
Il logo: più spazio allo “spark” di Gemini

La forma scelta per il pittogramma ricorda un rombo, ma con i lati concavi: in realtà in geometria si chiama ipocicloide. La conosciamo però meglio come spark, scintilla, ed è diventata uno dei simboli più diffusi per riferirsi all’intelligenza artificiale.
Nel precedente logo di Gemini progettato da Strohl, quello con cui abbiamo familiarizzato nell’ultimo anno, questa forma stava vicino al puntino della “i”. C’era, ma non aveva un ruolo di protagonista.
Ora esce dalla scritta per diventare un vero e proprio pittogramma. In pratica Google rivendica così per sé questo simbolo, in un panorama di concorrenti che sembra piuttosto orientarsi verso la forma del vortice come base per i propri loghi.
Il logotipo è appena appena ritoccato con un peso leggermente maggiore del font Google Sans. Un piccolo intervento, che però lo migliora e lo rende più leggibile.
Un’identità da esplorare
Lo spark è diventato il filo conduttore di tutta l’identità visiva di Gemini. A partire, ad esempio, dalle icone animate che corrispondono alle sue tante e diverse funzioni.
Questo espediente, nel racconto di chi lo ha progettato, serve proprio a guidare gli utenti alla scoperta di funzionalità che sono ancora piuttosto nuove per la maggior parte delle persone.
Molto di questo restyling si concentra su micro-interazioni, e questo forse è il motivo per cui non appare così spettacolare confezionato dentro una case-history.
D’altronde l’obiettivo è quello di creare un sistema grafico estremamente semplice. Perché possa essere sviluppato in direzioni nuove e soprattutto perché si possa integrare con tutto ciò che già esiste nella UI di Android.
Umano / macchina
A partire dall’uso dei gradienti, che in questo restyling vengono ridefiniti su toni più freddi rispetto all’identità precedente, fino alle animazioni con la grana accentuata, c’è in questo progetto un fortissimo richiamo a elementi più “naturali”, spontanei, imperfetti.
Porto Rocha ci racconta proprio che questo accostamento, tra il repertorio super-grafico delle icone e delle piccole animazioni, e le immagini o i video che creano sfondi e contesti, serve a restituire quest’idea di dualità.
Di dialogo, anche, tra una tecnologia che percepiamo ancora come “magica” e con cui magari delle volte abbiamo ancora difficoltà ad interfacciarci. E il lato umano, colorato, vero, creativo, che, suggerisce proprio la nuova identità, l’intelligenza artificiale non vuole soffocare o cancellare.
Al contrario, vuole offrire nuovi strumenti a questa vitalità.
A proposito di vitalità, uno degli aspetti toccati da questo restyling è quello del colore. Mantenuta infatti l’idea dei gradienti, è stato fatto un po’ di ordine.

In particolare hanno molto più spazio i toni freddi, quelli del blu e del viola, rispetto ai toni caldi che avevano un grande ruolo nell’immagine precedente.
Spariscono sia il beige dorato che il fucsia caldo, tendente al rosso. L’effetto è quello di rendere meno “grigie” le transizioni tra un estremo e l’altro del gradiente, attenuando questo sgradevole effetto che si produce quando cerchiamo di sfumare tra di loro due colori prossimi ad essere complementari.
Si raggiunge così l’obiettivo di una migliore leggibilità, specie su schermi piccoli come quelli degli smartphone.
Per quanto riguarda il fattore umano ancora una piccola notazione, anche se non c’entra direttamente con la grafica. In questo restyling ha un ruolo fondamentale il lavoro sul tone of voice: umano, equilibrato, efficace. Uno strumento davvero importante per consentire alle persone di utilizzare in modo fluido e piacevole una nuova tecnologia
Conclusioni
Quello che vediamo è un’intervento discreto e allo stesso tempo di sostanza. Dove logo, icone, colori, immagini e animazioni non hanno un fortissimo impatto se prese in considerazione una per una, ma insieme danno un’identità più solida e riconoscibile al prodotto.
Il difficile qui è capire quanto durerà questa nuova immagine; perché le applicazioni dell’intelligenza artificiale si sviluppano a una velocità tale che il brand design fatica a tenere il passo.
Intanto dicci cosa ne pensi di questo restyling: ti convince il pittogramma così semplice? E come vivi il dilagare dei gradienti, che hanno cominciato a diffondersi anche grazie (o per colpa) di design system come quello di Gemini? Scrivicelo nei commenti e torna nella nostra sezione flash per tutti gli aggiornamenti nel mondo del graphic design. Io per adesso ti saluto
alla prossima!
Immagini e video di Porto Rocha