Apple l’ha fatto di nuovo: dopo il salto da scheumorfismo a flat design, annuncia quella che potrebbe essere un’altra novità epocale in campo UI. Si chiama liquid glass ed è un sistema grafico che unificherà l’aspetto di tutti i prodotti, e i sistemi operativi, Apple.
Apple ha mostrato un’anticipazione delle sue nuove interfacce grafiche in occasione del WWDC25, ossia la Worldwide Developer Conference, appuntamento dedicato all’aggiornamento in anteprima per sviluppatori che è cominciato il 9 giugno e si chiuderà venerdì 13.
Si tratta certamente di un’iniziativa molto coraggiosa, che però ha generato reazioni anche molto distanti tra di loro.
Allora, come sempre, vediamo meglio insieme di cosa si tratta.
Cos’è liquid glass

Come ti anticipavo è una sorta di linguaggio grafico progettato per unificare l’esperienza di tutte le interfacce del mondo Apple.
Riguarda quindi ogni elemento con cui si interagisce e le stesse modalità di interazione: l’aspetto dei bottoni, delle barre di navigazione, delle applicazioni, e quello che assumono in relazione alle nostre azioni (un tap, uno scorrimento, e via di seguito).
L’idea alla base di liquid glass è quella di rendere questi elementi simili al vetro: quindi semi-trasparenti, privi di un proprio colore e capaci di rifrangere la luce.
A differenza del vetro, però, le animazioni attivate dall’interazione devono restituire l’impressione di una materia liquida, capace di scivolare, galleggiare, adattare in modo fluido la propria forma a ciò che la contiene.
Perché Apple ha lanciato questa novità
Intanto ti devo precisare che questa nuova esperienza UI non è ancora arrivata sui device Apple. L’aggiornamento avverrà in autunno, e per il momento è in anteprima solo per gli sviluppatori.
È molto probabile che questa rivoluzione nel design delle interfacce Apple sia avvenuta proprio adesso per un motivo tutto sommato semplice: perché adesso è tecnicamente possibile.
Ci vuole infatti una notevole potenza di calcolo perché tutti gli elementi grafici possano interagire in maniera appunto fluida con il loro contesto. Perché diano l’illusione di reagire con una particolare diffrazione a luci e colori che variano; per gestire trasparenze e sovrapposizioni.
In effetti il nuovo motore grafico, Metal 4, e i processori di cui oggi sono dotati i device Apple sono capaci di elaborare facilmente i dati necessari per questo nuovo approccio.
Che ha dei notevoli vantaggi, tra cui anzitutto quello di restituire l’impressione di superfici di schermo molto più ampie e “leggere”, che aumentano il comfort di utilizzo.
È davvero una novità?
Apple, come molte volte nella sua storia, dimostra con le novità grafiche annunciate la volontà di fare vera avanguardia, di proporre qualcosa di molto diverso dal panorama attuale.
Ok, ma quanto c’è di nuovo in questo design? In realtà infatti molte delle caratteristiche di liquid glass sono le stesse con cui descriviamo il glassmorfismo. E tra le prime interfacce ad adottare questo stile fatto di trasparenze e sfocatura degli sfondi c’è Windows Vista. Da allora sono passati ormai vent’anni.
Non solo, il glassmorfismo è tornato ad essere “di tendenza” nel graphic design degli ultimi anni, e l’abbiamo visto utilizzare davvero molto, da qualche anno a questa parte.
Certo, in più c’è l’elemento di fluidità che Apple promette di inserire nell’aspetto delle nuove interfacce. Ma non sembra che davvero si possa parlare di una concezione rivoluzionaria, e nemmeno di una proposta drasticamente distante da quello che “va per la maggiore”.
Liquid glass e usabilità
Quando si progettano le interfacce è importante sempre interrogarsi non solo su quanto sia bello, coinvolgente e armonioso il risultato da un punto di vista estetico.
L’usabilità è altrettanto, se non più importante. Sotto questo aspetto liquid glass, almeno per quanto si intuisce dalle anticipazioni, sembra porre più di un problema.
Il basso contrasto di questi elementi potrebbe infatti renderli difficili da leggere o interpretare: per tutte le persone, tanto più per quelle con ridotta capacità visiva.
Non solo: il fatto che le finestre, o le barre, siano semi-trasparenti può distrarre dal task principale. E questo certamente non è un effetto desiderabile.
Apple e Google: due approcci diversi alle interfacce coinvolgenti

In una delle newsletter più recenti Lorenzo ti ha parlato di un altro design system appena lanciato, che ha sorpreso per il suo approccio innovativo: Material Design 3 di Google.
Google infatti ha scelto un approccio del tutto differente da quello di Apple: colori, forme, animazioni fortemente espressive, che coinvolgono e guidano l’utente utilizzando l’emozione come chiave per farsi capire.
Secondo quando dichiarato da Google questa scelta è stata fatta non per motivi estetici, ma proprio alla luce dei risultati di una lunga fase di test di usabilità.
Conclusioni
Con questa novità annunciata da Apple ci troviamo quindi di fronte a uno scenario davvero interessante. Apple e Google, due colossi del design di interfacce, escono, nello stesso periodo, con due proposte che superano lo stra-dominio del flat design. In entrambi i casi si punta su un design più coinvolgente, capace di trasmettere sensazioni e attraverso queste sensazioni guidare l’utente a un’esperienza più soddisfacente.
Tutt’e due gli approcci hanno punti di forza e possibili criticità. Sarà molto interessante vedere nel tempo se una delle due soluzioni si affermerà sull’altra, e detterà lo standard per i prossimi anni. E tu che ne pensi? Queste novità ti entusiasmano o invece ti lasciano delle perplessità? Faccelo sapere nei commenti. Intanto io ti saluto
Alla prossima!