La FIFA World Cup 2026 ha un nuovo logo e un’identità flessibile

Lorenzo MigliettaLorenzo Miglietta
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Qualche giorno fa la FIFA ha presentato il logo per il campionato mondiale 2026, insieme a una brand identity completamente rinnovata, che vuole essere l’inizio di un percorso destinato a durare.

Si tratta di un’operazione davvero particolare, perché raccoglie la sfida di un’edizione che si presenta eccezionale fin dalle sue premesse. Sarà infatti giocata in 16 città diverse, sparse in tutto il continente americano (Canada, Messico e Stati Uniti). In più per la prima volta a competere saranno ben 48 squadre, contro le 32 dell’edizione 2022.

Andiamo allora a vedere come è stata interpretata questa originalità.

logo fifa word cup versione bianco e nero

Un’identità plurale e modulare

A prima vista questa nuova immagine coordinata può non avere un effetto dirompente. Il logo infatti è formato dal numero che identifica l’anno in cui si disputerà la competizione, quindi 26, che fa da sfondo al trofeo ( ci torniamo, non ti preoccupare) e al logotipo “FIFA”.

Ma le forme extra large e stilizzate del numero 26 attirano l’attenzione: qui sta infatti la novità di questa proposta. Si tratta di elementi formati a loro volta da una combinazione di 48 figure geometriche, in particolare quadrati e quarti di cerchio, a richiamare gli angoli del campo da calcio e la forma della palla. Il numero 48 è un evidente omaggio alle nazioni che parteciperanno al campionato.

Sfruttare un modulo, ovviamente, consente di lavorare in maniera molto flessibile su tutti gli elementi dell’immagine coordinata. Lo stesso meccanismo di composizione, ad esempio, viene utilizzato per rappresentare anche il claim della manifestazione, “WE ARE 26”. Un concept che sta alla base anche della campagna di promozione e che vuole presentare questa edizione come non solo la più grande, ma la più inclusiva nella storia del campionato del mondo.

logo fifa Philadelphia we are 26

Questa soluzione ha quindi l’enorme pregio di consentire molte declinazioni diverse, che mantengono però sempre un’identità coerente e riconoscibile.

Del resto il logo che vediamo non sarà l’unico. Si tratta piuttosto di una base “neutra”: infatti al momento si presenta in bianco e nero. È pensata per essere declinata e personalizzata da ciascuna delle sedici città ospitanti, ognuna delle quali avrà il proprio logo.

Ma la coppa?

Ok, non me la sono dimenticata. L’elemento che infatti sembra stridere con questo progetto così stilizzato e flat, fatto di forti campiture di colore e figure geometriche elementari, è proprio la foto del trofeo. Sì perché sul numero 26 campeggia una foto scontornata della coppa. Non solo è difficile far convivere una rappresentazione fotografica con una grafica così astratta. La questione si complica quando, invece del bianco e nero, il logo viene accostato ad elementi di altri colori.

L’effetto finale ha lasciato più di una perplessità, ma va detto che, come sempre, un’immagine così sfaccettata e plurale andrà valutata quando avremo sotto gli occhi tutte le sue declinazioni.

Conclusioni

Insomma, questa brand image è di sicuro una novità interessante, soprattutto per l’uso di forme modulari e per la grande varietà di applicazioni che queste permettono. E tu cosa ne pensi? Hai mai progettato dei loghi o degli elementi grafici che sfruttano la possibilità di combinare dei moduli?

Facci sapere quali sono le tue impressioni, intanto io ti saluto, a presto!

Photo credits Fifa e Design Week

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