A poco più di un mese dal lancio di Firefly, il motore di intelligenza grafica generativa sviluppato da Adobe, è arrivata anche la versione beta di Photoshop, che integra gli strumenti di IA.
Te lo dico senza giri di parole: è una vera bomba! Qualcosa che, solo pochi mesi fa, sarebbe stato difficile anche solo da immaginare. E ora la strada è aperta per integrare gli strumenti di IA generativa creativa anche in tutti gli altri prodotti Adobe, a partire da Illustrator.
Ok, adesso facciamo un passo per volta, a cominciare da come puoi accedere al nuovo Photoshop.
Photoshop Beta
Se vuoi solo dare un’occhiata e non ti serve tutta la potenza della versione standard puoi usare anche la versione beta di Photoshop per il Web. Se invece vuoi testare a pieno le nuove funzionalità che Adobe ha messo a disposizione da poco più di una settimana devi avere anzitutto un accesso valido a Photoshop: quindi o aver acquistato un piano della Creative Cloud oppure aver attivato la prova gratuita valida per il primo mese.
A questo punto vai nell’app desktop Creative Cloud e scarica la versione beta. Ti consiglio comunque, prima di cominciare, di andare a dare un’occhiata anche a questa pagina del sito di Adobe, dove trovi tutte le indicazioni per iscriverti anche agli altri programmi Beta.
Ok, ora che hai la versione corretta del programma puoi cominciare a fare esperimenti con la prima integrazione di Firefly all’interno di Photoshop. Già da qualche tempo infatti il software utilizzava l’intelligenza artificiale per alcune funzioni, come individuare i contorni di un oggetto o replicare un colore o motivo di fondo.
Adesso però a queste funzioni si aggiunge quella di riempimento generativo, che segna un fondamentale passo in avanti dal punto di vista tecnologico. Ti spiego meglio cos’è e proviamo a capire quali scenari si aprono a questo punto.
Il Riempimento generativo
Dopo aver testato e addestrato l’intelligenza generativa di Firefly, Adobe mette a frutto questa esperienza dentro Photoshop. Questa è la vera, importantissima novità.
In questi mesi infatti anche tu magari hai fatto degli esperimenti con la generazione di immagini da testo; anche Lorenzo ne ha fatto qualcuno. Però, diciamoci la verità, sembravano sempre un po’ incompleti.
Ora invece hai a disposizione tutta la potenza di Photoshop, a cui aggiungi uno strumento di creazione da prompt. Funziona così: tu selezioni una parte di immagine che vuoi modificare, magari un elemento che vuoi aggiungere, rimuovere, sostituire. Poi attraverso un input di testo, in pratica dei prompt, richiedi al riempimento generativo quello che ti serve.
La versione beta di Photoshop a questo punto ti propone diverse soluzioni tra cui scegliere, e genera i contenuti in maniera non distruttiva su un nuovo livello. Così puoi continuare ad utilizzare tutti gli strumenti di Photoshop anche per le parti generate dall’intelligenza artificiale generativa. In pratica puoi decidere di piazzare un canale al posto di una trafficata via di Milano, o delle splendide montagne sullo sfondo di una foto scattata in un banale prato dietro casa.
Avrai intuito che con questi strumenti la creatività diventa l’unico limite. Cerchiamo allora di capire insieme quali sono i possibili futuri scenari, dentro e fuori il mondo Adobe
Gli scenari futuri
La prima cosa di cui possiamo essere certi è che questo è solo l’inizio dell’integrazione di strumenti basati su IA generativa dentro i software Adobe. Non si tratta solo di Photoshop, infatti; ad esempio in Firefly è già possibile modificare in un click la palette di complessi disegni vettoriali. Questo lascia pensare che Illustrator sarà quasi certamente il prossimo a conoscere un’accelerazione tecnologica.
Peraltro Adobe sta coltivando un vantaggio importante su altre realtà che sviluppano strumenti simili: infatti Firefly è stata addestrata solo attraverso immagini di cui Adobe possiede i diritti, perché provengono dai suoi stock. Questo renderà più semplice e sicuro un utilizzo commerciale di tutto ciò che viene realizzato attraverso l’IA integrata nei suoi prodotti.
Come puoi vedere dagli esempi che trovi in giro su Internet e da quelli che ti ho fatto in questo articolo, però, questi strumenti vanno a risolvere solo la parte tecnica che c’è dietro il lavoro del designer. E, per carità, tanta roba: ti eviterai le ore passate a scontornare, o a ritoccare con il timbro clone. Si tratta però, appunto, di superare un limite tecnico. Quello che resta a carico degli esseri umani è tutta la parte di progettazione dell’immagine. Per questo conoscere le basi del design e della comunicazione visiva non solo non diventerà inutile, ma anzi sarà forse sempre più importante.
Mai come in questo caso facci sapere cosa ne pensi! Qui troverai sempre aggiornamenti e risorse per stare al passo … quindi
a presto!
Tutte le immagini e i video sono di proprietà Adobe