Clubhouse: analizziamo funzionalità, design e UX

Giuseppe TempestiniGiuseppe Tempestini
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Se lavori nell’ambito del digital marketing e dei social network non puoi non conoscere Clubhouse, la nuova app che consente agli utenti di creare stanze e parlare tra loro in tempo reale. Sebbene in Italia sia ancora in modalità Beta, l’app ha attirato l’attenzione di media e aziende con le sue conversazioni uniche e quel suo nuovo modo di fare networking. 

Ciò che contraddistingue questa applicazione dagli altri social network è che utilizza la voce per promuovere connessioni autentiche e significative tra le persone. 

In un attimo sei in una room con la celebrità che ami, subito dopo ti trovi a parlare delle tue serie preferite, avendo quasi la percezione di poter cambiare canale come fare zapping radio. L’app è davvero versatile nei contenuti e in un momento di pandemia globale si sta dimostrando utile per dare spazio alle conversazioni quotidiane di migliaia di persone, stimolando la socialità soprattutto di un target giovanile.

Ma quali sono le impressioni dal punto di vista del design e dell’esperienza utente?

Scopriamole insieme ripercorrendo le funzioni principali di Clubhouse.

Flusso semplice e icone familiari

Per quanto riguarda la navigazione, Clubhouse rende il processo piuttosto intuitivo. Al momento l’app non è accessibile a tutti ma solo agli utenti iOS che abbiano ricevuto un invito da un amico già iscritto.

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Il giovane ritratto nella nuova icona di Clubhouse è Axel Mansoor, tra i performer più importanti dell’app negli Stati Uniti

Una volta effettuato l’accesso, l’app indica le stanze disponibili, la cui capienza al momento sembra essere fissata a un massimo di 5000 persone.

Sempre in questa sezione in alto è presente un elenco di tutte le conversazioni programmate, in modo tale da non perdersi alcun evento. In base alle preferenze, l’algoritmo indica le stanze migliori, con le tematiche più vicine all’utente e spuntate negli interessi nella fase di onboarding. Basta un touch per immergersi in una conversazione.

Utilizzare un’iconografia a cui gli utenti sono già abituati consente una facile interazione. L’applicazione utilizza la grafica delle emoji per rappresentare i vari stati all’interno dell’app. 

Le altre icone utilizzate, come la campana per le notifiche e il calendario per gli eventi, sono universali, rendono il design assolutamente facile da digerire.

Il design delle room 

Tra le principali note negative troviamo il design delle room, ancora molto acerbo rispetto alla popolarità dell’app. L’utente potrebbe non aver chiaro chi sono gli speaker chiave della conversazione. L’idea di persone “sul palco” in realtà non ha un’indicazione visiva adeguata. Il contrassegno dell’altoparlante non è facilmente visibile. Il fatto è che lo speaker non viene spostato automaticamente in alto, quindi se la conference è affollata è necessario scorrere la pagina per trovarlo. 

Inoltre, c’è un problema di gerarchia. L’attuale persona che parla, i moderatori (che riportano un asterisco verde come Moderator) e le altre persone sembrano quasi tutte uguali, come anche il resto degli ascoltatori nella stanza. Una corretta gerarchia potrebbe creare una distinzione visiva tra i diversi tipi di membri attivi nella stanza.

Il problema dell’accessibilità

Dal punto di vista dell’accessibilità ci sono ancora diversi problemi. L’app essendo basata solo sull’audio risulta inaccessibile alle persone non udenti. Non c’è una funzione per i sottotitoli automatici. Mentre da un punto di vista visivo, l’app non supporta il ridimensionamento del testo né lo screen reader VoiceOver di Apple

Conferma delle azioni e modalità privacy 

Se vi siete trovati a utilizzare l’app vi sarete resi conto che basta premere per sbaglio su una notifica per entrare velocemente in una stanza di Clubhouse. L’implementazione di una sorta di feedback tattile per questa azione migliorerebbe notevolmente l’esperienza utente.

Infine, chiunque ti segua su Clubhouse è in grado di vedere quale stanza segui. Per non far vedere alla rete in quale room ci troviamo in quel momento, sarebbe opportuno creare una modalità privata che consentirebbe di estendere l’app a più utilizzi, più personali e di intrattenimento, senza intaccare la sfera professionale degli utenti.


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