Qual è la differenza tra raster e vettoriale nella grafica?
Lorenzo Miglietta
2 Novembre 2014
Qual è la differenza tra un’immagine raster e una vettoriale? E che cosa significano questi termini?
Nel Graphic Design, uno dei concetti base più importanti è la differenza tra raster e vettoriale. In questo articolo andiamo a vedere per bene che cosa significano questi termini e in quali software e con quali tipi di file si utilizzano.
Cos’è un’immagine “raster“
Prende il nome dalla parola inglese raster che significa griglia. Infatti nella grafica raster, o bitmap, l’immagine è composta da una griglia di punti detti pixel, di forma quadrata.
Ognuno di quei pixel possiede determinate informazioni di colore che nell’insieme creano una determinata immagine. Il profilo di colore usato più spesso nelle immagini bitmap è l’RGB perché è il profilo che le schede grafiche dei computer utilizzano per generare l’immagine stessa su schermo.
La proprietà più importante di un immagine raster è la risoluzione, che è data dal numero di pixel contenuti in una certa unità di misura. Per standard si utilizza il pollice inglese (2,54 cm) e il rapporto Dot Per Inch, DPI, cioè punti per pollice. Più alto è il numero dato da questo rapporto più alta è la risoluzione dell’immagine e quindi la qualità della stessa.
Una risoluzione di 300 dpi è considerata lo standard di qualità per una buona stampa mentre per lo schermo sono sufficienti 72 dpi per ottenere una buona qualità visiva.
Ovviamente diminuendo la dimensione della foto aumenterà la sua risoluzione, così come ingrandendo la stessa essa avrà una risoluzione minore ottenendo il cosiddetto effetto sgranato, quello in cui i singoli quadratini diventano visibili, come nell’immagine in testa al paragrafo.
Quali software si utilizzano per lavorare con le immagini raster?
Dipende, ovviamente, dal tipo di lavoro che si sta svolgendo. Il più famoso e decisamente più utilizzato software di grafica raster è Adobe Photoshop e cioè un programma pensato per il fotoritocco, la fotocomposizione e la manipolazione delle immagini.
Un competitor degli ultimi anni di Photoshop è Affinity Photo. Un’alternativa gratuita a Photoshop, invece, è GIMP un programma open source ma con decisamente meno funzioni.
Usa questi programmi per:
Fotoritocco, manipolazione e modifica di foto e fotocomposizione
Le immagini raster possono essere salvate in svariati modi a seconda del tipo di utilizzo che si vuole fare di esse. Vediamo i 6 formati più diffusi:
Non compressi: file che pesano maggiormente sulla memoria fisica del computer.
Raw – letteralmente “grezzo”, è il file solitamente utilizzato dalle macchine fotografiche per mantenere intatta la qualità di un’immagine.
Bmp – Windows Bitmap è veloce da leggere e da modificare ma comporta un maggior peso in termini di byte.
File compressi in modalità “lossless“: ossia minor spazio occupato su disco, stessa qualità e risoluzione, lossless vuol dire infatti “senza perdita”.
Png – acronimo di Portable Network Graphics, uno dei più usati formati compressi, pesa poco e mantiene le eventuali trasparenze ed è quindi perfetto per il web.
Gif – Graphics Interchange Format, tra i suoi punti di forza c’è la possibilità di creare delle immagini animate.
Tiff – Tagged Image File Format, mantiene numerose informazioni importanti anche dopo la compressione ed è quindi usato per scanner e stampanti.
File compressi in modalità “lossy“: questi tipi di formato perdono qualità ogni volta che vengono salvati e modificati, non sono quindi adatti al fotoritocco ma sono perfetti per lo scambio di immagini via internet.
Jpeg – Joint Photographic Expert Group, è sicuramente il formato più famoso ed utilizzato, crea una potente compressione principalmente sul colore che, pur non essendo visibile dall’occhio umano è percepita dalla stampante.
Cos’è un’immagine vettoriale
La grafica vettoriale è molto diversa da quella raster. Essa si basa infatti sulle forme geometriche come linee, punti, curve e poligoni per generare un’immagine e a queste forme vengono attribuite determinate caratteristiche di colore o di effetti.
Poiché le immagini vettoriali sono costituite da forme geometriche è possibile ingrandirle praticamente all’infinito senza perdere minimamente risoluzione poiché le stesse forme geometriche hanno alla base delle equazioni matematiche. Puoi vederlo bene nel dettaglio dell’immagine qui sopra.
La differenza di spazio occupato su disco è un’altra fondamentale differenza: infatti le immagini vettoriali occupano di gran lunga minor spazio di quelle raster poiché le informazioni contenute nell’immagine sono nettamente inferiori, rendendo anche le modifiche più semplici.
Un aspetto negativo però è che, per ottenere delle immagini vettoriali ricche di qualità e di dettagli, come ad esempio è necessario fare nell’ambito della grafica 3D, sono necessarie delle macchine e dei software estremamente potenti. O perlomeno allo stato attuale della tecnologia.
Quali software si utilizzano per lavorare con le immagini vettoriali?
Anche qui, dipende dagli obiettivi che si hanno ma, a differenza del lavoro con immagini raster, i possibili obiettivi sono molti di più.
Se invece vuoi creare immagini vettoriali in ambito architettonico o ingegneristico avrai bisogno di programmi CAD come Autocad.
O ancora, se vuoi creare impaginati, si usano programmi come Adobe InDesign. Per progettare interfacce grafiche programmi come Sketch, Adobe XD, Figma o altri ancora.
E via così.
Formati di immagini vettoriali
Generalmente ogni programma di grafica vettoriale permette il salvataggio in svariati formati a seconda del tipo di utilizzo che si vuole fare dell’immagine.
Quasi tutti i software hanno un loro formato personalizzato predefinito come il .dwg per Autocad o il .ai per Adobe Illustrator leggibili soltanto con il programma utilizzato per creare il file e per le sue versioni successive.
La peculiarità di questi file è che, essendo vettoriali, conservano sempre tutte le caratteristiche di qualità iniziale e soprattutto la possibilità di modificare all’infinito qualsiasi punto o curva dell’immagine.
La conversione da vettoriale a raster è sempre molto semplice, infatti tutti i softwares di grafica vettoriale permettono di salvare (esportare) il file vettoriale in un qualsiasi formato raster come il .jpeg o altri.
Un file di salvataggio particolare è il famoso PDF. Esso comprende tutte le informazioni di forme, colori e font contenuti all’interno del file originale e soprattutto ha la caratteristica di non dipendere da nessuna piattaforma o software ma di essere leggibile (tramite un lettore tipo Adobe Reader) su qualsiasi dispositivo.
Conclusioni
Ricordati che raster e vettoriale sono due cose ben differenti e che ogni tipo di progetto ha bisogno di un diverso approccio, ad esempio se tu hai bisogno di progettare un logo dovrai sicuramente utilizzare la grafica vettoriale. Perché? Lo spiego bene qui.
Che ne pensi di questo articolo? Qualcosa non è chiaro? Insomma, qualsiasi cosa, come sempre, fammelo sapere qui sotto nei commenti!
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È un buonissimo articolo, che essendo un ex Prof. di MODELLISTICA DI ARREDAMENTO (Architettura tradizionale) in parte conoscevo. Vorrei sapere qual è la procedura digitale, partendo da una immagine reale a matite colorate, per costruire delle “Dime” sia per fissare le varie parti del disegno, sia per costruire “modelli” per arredamento, oreficeria, tessile ecc.
Risolto parecchi dubbi. Ottimo post!
grazie, ottima spiegazione
Magari le spiegazioni fossero tutte così.
<3
Grazie mille della spiegazione, molto utile
💪💪
Ooooh, finalmente ho capito la differenza tra raster e vettoriale. Grazie ottimo articolo.
Dopo questa fantastica e dettagliata spiegazione ho compreso, da profano, diverse cose che mi stanno tornando utili. Bravo e grazie tante
Che bello, sono contento 🧡
Devo costruire delle DIME per la correzione dei miei “capolavori” a matite colorate qual è il procedimento digitale?
È un buonissimo articolo, che essendo un ex Prof. di MODELLISTICA DI ARREDAMENTO (Architettura tradizionale) in parte conoscevo. Vorrei sapere qual è la procedura digitale, partendo da una immagine reale a matite colorate, per costruire delle “Dime” sia per fissare le varie parti del disegno, sia per costruire “modelli” per arredamento, oreficeria, tessile ecc.
La mia salvezza per le interrogazioni di grafica