Come determinare quale prezzo chiedere come designer

Lorenzo MigliettaLorenzo Miglietta
Determinare prezzo da chiedere

Quale prezzo chiedere ad un cliente per un progetto di grafica? Come si fa a capire qual è il prezzo giusto? E in base a cosa lo possiamo determinare?

In questo articolo voglio provare a rispondere a queste domande. Dell’articolo puoi vedere anche la versione a video dal mio canale YouTube:

Qualche giorno fa ho visto un post su Instagram in cui si diceva “La vera discriminante per un prezzo non dovrebbe essere il budget di un cliente, dovrebbe essere l’esperienza del designer”.

Ok. Parliamone. Perché trovo questa ⬆ frase molto sbagliata e vorrei dire la mia su questo argomento.

Lo dico chiaramente fin da subito: un prezzo non dipende né dal budget del cliente né dall’esperienza del designer. Dipende dal valore che il cliente dà al problema che tu puoi risolvere.

Ma vediamo tutto quanto nel dettaglio.

Come determinare quale prezzo chiedere al cliente

Molti designer non hanno idea di come fare un prezzo per un progetto, per un cliente.

La maggior parte si adeguano ai prezzi che fanno altri loro colleghi o amici oppure vanno a chiedere su vari gruppi online quanto dovrebbero preventivare.

Capisci da solo che questo non è il metodo giusto per stabilire il prezzo dei tuoi lavori, anzi: non è nemmeno un metodo!

Rischi di adeguarti a degli standard basati sul “sentito dire” e di chiedere molti meno (o molti più) soldi di quello che il tuo progetto realmente vale.

Ma fare il prezzo giusto per un cliente è una questione di capire quanto vale un determinato problema per una determinata persona, per quel cliente.

Il prezzo di un progetto dipende dal valore che il cliente dà al progetto stesso

Provo a chiarire con un esempio più pratico.

Se sei un fruttivendolo, per te, risolvere il problema del tuo logo è un problema di poco conto, a cui dai poco valore. 20 o 30 euro o qualcosa del genere, tanto chi se ne frega!

Certo, se hai un’insegna molto bella da vedere, forse convincerai qualche cliente in più ad entrare nel tuo negozio, ma non è una discriminante così importante.

Nessuno sceglie il suo fruttivendolo di fiducia per l’insegna o per la qualità del logo, perché altri fattori (la qualità del prodotto o la simpatia dello stesso fruttivendolo) sono molto più importanti.

Se invece sei una multinazionale, per te, il logo è un problema dal valore di centinaia di migliaia di dollari.

O nel caso di una PMI italiana: per loro il logo è un problema la cui risoluzione vale svariate migliaia di euro.

Capisci bene, quindi, che il prezzo non dipende né dal budget né dall’esperienza del designer.

Il prezzo dipende dal valore che il cliente dà al problema che tu puoi risolvergli.

Puoi essere il più grande logo designer della storia dell’umanità, puoi avere tutta l’esperienza che vuoi, ma il prezzo per cui farai il logo al fruttivendolo sarà pari ad un cestino di albicocche appena raccolte. 

Perché quello è il valore che ha il logo per un fruttivendolo.

E questo prescinde assolutamente dal budget, ribadisco: magari il fruttivendolo ha più margine da investire del fondatore di una start-up di stampanti in 3d, ma il ruolo del progetto fa in modo che la spesa sia nettamente differente tra le due categorie.

Perché il tuo logo avrà un’influenza minima sulle sorti del negozio di ortofrutta, mentre risulterà cruciale nel determinare le sorti della start up.

Come si determina il valore di un problema? Dal rischio collegato ad esso

Perché un progetto di design per un piccolo negozio ha un valore nettamente minore e diverso rispetto ad un progetto di design per una grande azienda?

Perché c’è di mezzo una discriminante fondamentale: il livello di rischio.

Più il rischio relativo alla cattiva risoluzione di un problema è alto, più la risoluzione di quel problema ha un valore.

Per un’azienda il processo di creazione o di cambiamento del logo è un progetto che richiede tempo e che se fatto male richiede ancora più tempo perché va rifatto da capo!

Inoltre, più un cliente è grosso, più l’azienda è grande, più il suo logo verrà stampato e utilizzato su innumerevoli supporti.

E se quel logo funzionasse male?

E se la community che segue quell’azienda lo trovasse orribile?

E se si scoprisse che c’è un’altra azienda con un logo simile?

Tutti questi sono fattori di rischio per il cliente.

Sono fattori che aumentano il valore che quel logo ha per quel cliente.

E a quel punto il cliente sa che per veder risolti i suoi problemi ha bisogno di qualcuno capace di risolverli.

E quel qualcuno capace di risolverli è disposto a pagarlo tanto per farlo.

Ed è qui, soltanto qui, che l’esperienza o la qualità e professionalità del designer o dell’agenzia diventano fattori importanti.

Il cliente spende tanto per chi ritiene possa risolvergli un problema di grande importanza

In fin dei conti l’esperienza del designer è un fattore che influenza non tanto il prezzo finale ma proprio la scelta da parte del cliente di lavorare con quel designer.

La tua capacità di risolvere problemi, la tua notorietà, i tuoi casi studio, il tuo portfolio, la tua esperienza, insomma, saranno quindi fattori che ti porteranno ad avere le giuste opportunità.

Ma la tua esperienza non cambierà il valore del problema da risolvere di un cliente.

Perché, se fosse così, ogni designer dovrebbe sempre fare lo stesso prezzo per qualunque progetto, in base alla propria esperienza e di anno in anno aumentarlo come se fossimo in videogioco.

Quello che invece TU devi fare è cercare di capire l’importanza del problema per il cliente. Quello farà la differenza.

Se il problema è importante, il cliente è disposto a spendere per risolverlo.

Sì, ok Lorenzo, e se il cliente ha un problema importante, di grande valore per lui ma… non ha budget?

Il budget del cliente non deve influenzare il prezzo dei tuoi servizi ma la tua scelta se lavorare o meno con quel cliente

Se un cliente ti contatta per un lavoro di design, tu NON sei obbligato a lavorare con quel cliente.

NON sei obbligato ad adattarti al suo budget.

NON devi abbassare drasticamente il prezzo per farlo contento.

Se non ha budget per ottenere i tuoi servizi semplicemente non ha budget e dovrà trovare altre soluzioni. Magari puoi consigliarli tu stesso dei siti come Fiverr o 99design dove trovare soluzioni a basso prezzo (seppur a bassa qualità).

Questo è quindi il ruolo del budget del cliente: influenzare la scelta del designer.

E questo è il ruolo dell’esperienza (o qualità) del designer: influenzare la scelta del cliente.

Conclusioni

Spero con questo articolo di essere riuscito a rispondere ai tuoi dubbi e aver chiarito nel dettaglio il mio punto di vista.

In questo altro articolo avevo dato qualche altro consiglio pratico su come scegliere il prezzo da chiedere, nella pratica.

Se hai dubbi o domande, mi raccomando, lascia un commento qui sotto! :)

Alla prossima,

Lorenzo.

Commenti:

Ci sono 3 commenti in “Come determinare quale prezzo chiedere come designer”

  • bellissimo l’articolo, lo trovo assolutamente esplicativo per chi come me, e come tanti altri, lavora con molti “fruttivendoli” e poche “multinazionali” ;)

  • Ciao Lorenzo! Sono un art director da circa 35 anni nel settore. Sono capitato sul tuo articolo, diciamo, per caso…
    Non volermene, ma trovo il contenuto del tuo articolo fuorviante. Probabilmente sei giovane ed oggi le cose si muovono in questo modo, ma trovo il tutto davvero poco utile ai fini del quesito in oggetto.
    Fino a 20 anni fa, chiunque necessitava di un logo (per restare nel tuo esempio), che fosse un fruttivendolo o una grande azienda, ne aveva bisogno. Punto.
    Non c’erano fattori come il “fai da te” o i siti da 2 euro che sfornano loghi anonimi, pertanto chi necessitava di un logo sapeva che doveva affrontare una spesa.
    Ovvio che, tra il fruttivendolo e la grande azienda, il budget era decisamente diverso, ma in generale non si andava sotto i 200 euro, per arrivare fino a diversi mila euro.
    Oggi la cosa è drasticamente diversa, più che altro per il fatto che il “fruttivendolo” il logo se lo fa da solo, con risultati che lasciano il tempo che trovano, ma che magari va bene, nel senso che poco conta, per quello che si vede in giro un po’ ovunque e in tutti i settori.
    Se però il fruttivendolo ha le idee chiare ed ha esigenza nell’avere un logo professionale, che gli dia un’identità ben precisa, il discorso resta invariato come 20 o più anni fa.
    Poi sul come quantizzare il costo è altro discorso, che implica svariate variabili da tenere conto, ma che certamente non sono quelle tipo “hai una piccola struttura paghi poco, ne hai una grande paghi tanto”.
    Resta da dire che oggi, nel pattume e piattume generale, per un professionista che offre qualità è decisamente dura.
    Buona camicia a tutti :)

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