Creare un logo personale e trasformarsi in un brand

Lorenzo MigliettaLorenzo Miglietta
Come creare un logo personale

Sei un creativo? Un designer, un graphic designer? Allora sicuramente sei interessato a come poter promuovere te stesso, i tuoi lavori e la tua attività, vero?

Sei curioso di sapere qual è uno dei punti di partenza per farlo? Curare al meglio la tua immagine. A partire dal logo.

Questo articolo, l’avrai intuito dal titolo, vuole essere una guida alla creazione di un logo personale.

E per logo personale intendo un logo che parli di te, che sia tuo. In pratica, si tratta di trasformare te stesso in un brand, in qualcosa da vendere.

Vendere se stessi non deve essere considerata una cosa negativa (mica ho detto svendere!), anzi!

È quello che in fin dei conti si fa molto spesso: ogni qual volta si interagisce con qualcun altro e si vuole fare bella figura, ci si comporta un po’ come dei venditori di se stessi.

Ignorare il marketing significa ignorare una parte importante del design.

Questo comportamento è ancora più estremizzato in occasioni in cui fare bella figura è qualcosa di essenziale come ad esempio in un colloquio di lavoro, in un’interazione con un potenziale cliente o in un esame universitario.

Ma procediamo con ordine spiegando, prima di tutto, perché creare un logo personale può darti vantaggi. Ti racconterò poi la mia esperienza e la mia storia e cercherò di spiegarti come fare a creare il tuo logo e come utilizzarlo.

Ok, pronto? Si comincia!

Perché creare un logo personale?

Creare un logo personale è una delle cose più importanti che tu possa fare come designer e come freelancer.

Non esagero!

  • È innanzitutto il primo passo da compiere per costruire il tuo brand in modo professionale ed è soprattutto un modo per comunicare ai clienti e agli altri designer o liberi professionisti nel mondo della creatività chi sei e come lavori.
    Un logo personale, infatti, ti deve rappresentare e deve far capire molto del tuo stile.
  • Lo sai bene, il mercato del lavoro è da sempre molto feroce ma, ultimamente, con la disoccupazione galoppante, lo è ancora di più. Una delle cose più utili che puoi fare per migliorare la tua situazione lavorativa è fare marketing di te stesso e, come ti ho già accennato sopra, creare un logo personale è uno strumento molto efficace per fare ciò.
  • Oltre all’utilità pratica, ha anche un utilità creativa. La creazione di un logo personale può essere un importante e stimolante banco di prova per testare le tue capacità o per lavorare (per una volta!) senza committente.

Creare un logo per se stessi, però, è probabilmente una delle cose più difficili da fare.

Un logo personale deve infatti, da un lato servire a presentarti, dall’altro dev’essere qualcosa che racchiuda la tua persona, le tue competenze, che racchiuda te.

La mia esperienza: la storia del mio, anzi dei miei, loghi personali

Nel momento in cui scrissi questo articolo, a febbraio 2015, avevo da pochi mesi creato quello che allora consideravo essere il mio logo personale.

Attualmente, mentre riscrivo questo articolo a maggio 2017, il mio logo e la mia immagine personale è completamente diversa.

Nell’articolo che ho scritto ad agosto 2015, spiego per bene come mai ho cambiato il mio logo, e cosa c’è dietro quel nuovo logo.

Ma procediamo con ordine.

Il mio primo logo personale e il fumetto

Verso il 2010 o giù di lì, poco dopo aver iniziato il mio percorso in questo settore, ho iniziato a farmi le ossa proprio lavorando sul mio logo.

La creazione di un primo, abbozzato, logo personale è infatti un lavoro che molti giovani designer come me si dilettano a fare. È un modo per iniziare ad avere familiarità con gli strumenti da utilizzare e di applicare le tante teorie imparate nei propri studi.

Inutile dire che il primo logo embrionale uscito in quei momenti di creatività personale non fosse all’altezza. Ma allora mi sembrava una figata! Era il mio primo progetto di branding non scolastico, cavolo! Ecco il logo 1.0:

vecchio logo personale

Noti anche tu i tantissimi errori di progettazione? La mancanza di griglie, la generale casualità ed incoerenza delle forme? Mi vergogno quasi a pubblicarlo, ma mi aiuta per farti capire il mio percorso nella sua interezza, senza nasconderti nulla.

L’idea di base c’era già: io sono “nato” nell’ambito del disegno e del fumetto (da qui la forma a balloon) per poi concentrarmi sulla grafica vettoriale (e quindi le forme squadrate e il monogramma delle iniziali). Il font usato, invece, sinceramente, non aveva proprio alcun senso eheh! Ma ero alle prime armi, come ti ho detto.

Nel corso del tempo ho finalmente capito che un logo così non rappresentava né me stesso né i miei lavori.

Ho così deciso di fare un rebranding personale (se non sai cos’è il rebranding, te lo spiego per bene qui).

Mi sono messo sotto, partendo prima da disegni manuali sulla mia tanto amato Moleskine e poi costruendo griglie e basando il logo su forme geometriche. Ho lavorato anche molto sulla scelta dei colori e sulla coerenza del tutto e me ne sono uscito con questo prodotto qui:

Lorenzo Miglietta

Decisamente meglio, non credi?

Puoi vedere il progetto intero, compreso di immagine coordinata su Behance, se ti va di darci un’occhiata.

Si tratta sicuramente di un buon progetto, a distanza di 3 anni ne sono ancora tutto sommato soddisfatto.

Ma non mi rappresentava davvero. Non era abbastanza.

Il mio secondo logo: “pensare al di fuori della scatola e sprigionare creatività”

Ok, il logo vecchio, anche se reso più professionale con una progettazione curata ed un’immagine coordinata completa, non mi soddisfaceva più. Come detto, lo vedevo come una scatola dentro cui chiudevo la mia creatività.

Decisi quindi di uscire dalla scatola (grafica) dentro cui mi ero, per così dire, rinchiuso.

Ma l’obbiettivo dell’uscire da una scatola, per un designer, qual è? Non è forse quello di sprigionare la propria creatività? Sprigionarla quasi come delle scintille che si muovono verso l’alto?

Proprio da questi due concetti, la scatola da cui uscire e le scintille di creatività sprigionate dall’uscirne, nasce quindi il mio nuovo logo personale:

In questa GIF ti mostro il procedimento esatto con cui sono arrivato a questa forma:

La storia completa e dettagliata di questo logo la trovi in questo articolo, mentre il progetto lo puoi vedere su Behance! ;)

Ok. Questa era la mia storia. Adesso lo so che fremi dalla voglia di sapere quali siano i passaggi più importanti per fare un logo personale vero?

Come fare un logo personale?

Ok, hai capito l’importanza di avere un logo personale, hai letto la mia storia e hai visto il mio progetto. Adesso è giustamente il momento di capire come puoi creare un tuo logo personale. O, nel caso ne avessi già uno, magari ti va di leggere qualche consiglio per poterlo migliorare.

Ricorda di essere te stesso

Innanzitutto ricorda che il tuo logo deve rappresentare te stesso, la tua storia, la tua personalità e il modo in cui lavori.

Io, ad esempio, nel primo logo ho cercato di unire le mie due passioni più grandi, il disegno e la grafica vettoriale, in un solo logo. La forma a fumetto del logo era assolutamente voluta e con un significato profondo per me! Pensa che già a 13 anni avevo aperto un mio blog in cui pubblicavo delle strisce a fumetti su un personaggio chiamato Ratock.

Cosa ti caratterizza? Cosa ti rende unico? Quali forme e quali colori sono adatte a te?

Eh si perché anche il colore è essenziale nella creazione di un logo, soprattutto a causa della psicologia del colore.

Ad esempio questi sono stati i colori che ho scelto per rappresentare la mia intera immagine visiva nel primo logo:

Lorenzo Miglietta

Come vedi, ho riutilizzato la sagoma del mio logo per creare una palette di colori che fosse originale e coerente al contesto.

Rispetta le regole del logo design

Ok che è un progetto personale, che deve essere tuo e tutto quello che vuoi, però, per funzionare, almeno qualche regola di base la deve rispettare questo logo, no?

Qualche mese fa ho scritto un articolo introduttivo al logo design in cui spiegavo, tra le altre cose, quali sono le regole principali da seguire quando si progetta un logo. Te le riassumo qui, ma puoi sempre approfondire leggendo l’articolo completo.

Un buon logo design deve essere:

  1. Semplice ma non semplicistico o banale
  2. Versatile e adattabile ad ogni supporto
  3. Appropriato (al pubblico ma, in questo caso, appropriato alla tua personalità)
  4. Riducibile all’estremo

Poi, come sempre, una volta che si conoscono le regole del gioco, queste si possono trasgredire al fine di costruire qualcosa di ancora più potente e creativo. Ma sempre meglio rispettare queste poche linee guida sul branding.

Ricorda che, comunque, un logo personale non ha molto a che vedere con un logo aziendale. Specialmente per una cosa in particolare.

La differenza tra il tuo logo e il logo di un’azienda

Un logo aziendale ha come prima necessità quella di rappresentare l’immagine aziendale in modo completo e, soprattutto, duraturo. Un’azienda che cambia ogni anno il logo rischia di perdere ogni volta l’immagine costruita fino a quel momento e rovinare tutto. Ne parlo un po’ meglio in questo articolo su come fare rebranding nel modo più efficace.

Un logo personale ha esigenze molto diverse. Deve rappresentare una singola persona.

E un logo che rappresenta una persona e la sua attività può cambiare nel corso della vita della persona stessa. Anzi, a mio avviso DEVE cambiare, così come cambia e cresce sotto il profilo lavorativo la persona dietro a quell’immagine.

Quindi, adesso, il logo che ti ho presentato sopra mi piace molto e mi rappresenta appieno ma un giorno, molto probabilmente, lo modificherò o lo cambierò totalmente, chissà!

logo rebranding

A tal proposito, alcuni mesi dopo aver scritto questo articolo, ho deciso di scrivere un post di aggiornamento per spiegare bene nel dettaglio perché ho cambiato ancora una volta il mio logo personale. Scoprilo qui:

Come utilizzare la tua nuova immagine

Una volta fatto il logo bisogna pensare a come utilizzarlo.

Piccolo inciso: nonostante la semplicità della frase precedente, creare un logo non è affatto una cosa semplice né banale. Se branding e logo design NON sono la tua specialità, forse è meglio chiedere aiuto a un professionista, in tal caso io sarei felicissimo di aiutarti, contattami pure!

Il tuo nuovo logo potrà essere utilizzato, innanzitutto e soprattutto, sul web, sui tuoi profili social, nel tuoi portfolio online. Ma anche sui tuoi curriculum, sui tuoi biglietti da visita o da inserire nelle documentazioni dei progetti a cui lavori. Per approfondire ti rimando a questo articolo sull’immagine coordinata e a quest’altro sulle applicazioni di un logo.

Cercando su Behance puoi trovare moltissime applicazioni di loghi personali su moltissimi supporti, talvolta in modi davvero originali. Prova a cercare le keywords “personal branding” o “personal brand identity” o cose di questo tipo.

Ok, non ne hai voglia? Vabbè, tranquillo! Ho selezionato per te quelli che, secondo me, sono alcuni dei migliori progetti di immagine coordinata attorno a un logo personale su Behance:

A cui aggiungo il mio, di cui ti ho parlato in questo articolo e che magari vuoi andare a guardare:

Conclusioni

Ok, al termine di questo articolo spero di essere riuscito a convincerti sull’importanza di un logo personale, di essere riuscito a spiegarti per bene come poterci lavorare su e, magari, aver stimolato la tua creatività a produrre qualcosa di nuovo (che è un po’ il mio obbiettivo in ogni articolo).

Ricapitolando: quello che conta nel design del tuo logo è quello che piace a te, quello che sei te e quello che rappresenta per te. Un logo personale deve essere giusto per l’utilizzo che ne fai, quindi, se ricevi dei feedback negativi da chi ti circonda o dal web, non ti abbattere e non gettare tutto all’aria! Prova semmai a rimetterti sotto a progettare, mal che vada fai qualcosa di ancora più figo!

Alla prossima,

Lorenzo.

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Commenti:

Ci sono 26 commenti in “Creare un logo personale e trasformarsi in un brand”

  • Condivido pienamente ciò che è scritto in questo articolo. Secondo me il logo è il primo biglietto da visita per qualsiasi attività e quindi deve essere necessariamente qualcosa di personale e di professionale. Proprio per questo per la mia attività che ho iniziato nel 2013 mi sono rivolto a dei ragazzi che si occupano di creazione loghi e il mio logo viene riconosciuto in tutta la città.

    • Ciao Antonio!
      Grazie per questo commento :) Hai assolutamente ragione, la riconoscibilità del brand è uno dei principali effetti benefici derivanti dalla creazione di un buon logo. E hai fatto benissimo ad affidarti a dei professionisti e non a qualcuno di improvvisato. Non avresti mai ottenuto gli stessi risultati!
      L.

      • Prego figurati è quello che penso! Sono contenta di vedere giovani così preparati, credimi non è affatto scontato. Io vengo da una generazione dove chiunque avesse un pò di conoscenza di photoshop si svegliava al mattino e si metteva a fare il grafico di mestiere. Per questo c’è ancora tanta brutta grafica in giro e tanti brutti loghi. Ma mi sembra che le cose stiano un pò cambiando, i giovani sono sempre più preparati, si laureano come minimo, frequentano scuole di design, studiano e il risultato può essere solo positivo!
        Io per prima purtroppo sono solamente diplomata in grafica pubblicitaria e un pò rimpiango di non aver studiato di più! :) Vero è che le ossa te le fai solo lavorando, te le fai quando scendi in campo con il cliente, quella è una grande scuola, ma se non hai una cultura di base secondo me ti manca sempre un pezzettino.
        Adesso chiudo qui il mio discorso perchè non vorrei diventare prolissa :) ti chiedo solo una cosa, me lo fai un’articolo sulle griglie? Un pò di storia, qualche libro da consigliare…dici che potrebbe essere un articolo interessante?

        • Verissimo :) Però la scuola non è tutto. Così come nemmeno l’esperienza lavorativa lo è. Un buon designer è “composto” da tanti diversi aspetti che lo rendono tale, secondo me. In uno dei prossimi articoli parlerò di questi argomenti qua, è in programma!
          Così come è sicuramente in programma e ci sto lavorando su un articolo (o forse anche più di uno) sulle griglie, la geometria eccetera. Come dici te è un argomento di assoluto interesse! :)
          L.

    • Posso chiedere visto che mi sto avvicinando alla grafica adesso se devo salvare un logo in formato vettoriale quale fornmato usare visto che il mio programma prevede : jpeg, bmp, png, tiff. pdf, gif , adobe flash
      Grazie mille :-)

      • Scusa ma con che programma hai lavorato? Nessuno di quei formati è un vettoriale, potrebbe esserlo il pdf ma solo se hai lavorato con un programma di grafica vettoriale. Per quello che ne so è così sentiamo Lorenzo cosa dice…

      • Ciao Michael!
        Perdonami davvero per il ritardo nel risponderti ma mi ero perso questo commento!
        Si, come dice benissimo Mara, dipende tutto da come hai impostato il lavoro. Un logo, si deve creare sempre con un software di grafica vettoriale (Adobe Illustrator, per capirci). A partire da quel software, successivamente, puoi decidere in che formato esportare l’immagine finale.
        Rispondimi pure a questo commento o scrivimi a lorenzo@grafigata.com se hai altre curiosità o dubbi su come creare un logo :)
        L.

  • Grazie mille per la spiegazione perchè sicuramente mi sarà di grande
    aiuto essendo entrato da poco del graphic design….se avrò dei consigli
    da chiederti mi farebbe piacere di mostrarti qualcosa.
    Ti mostro il mio biglietto da visita nel frattempo

  • Buongiorno, Ho trovato veramente molto interessante l’introduzione …… non vedo l’ora di leggere l’Ebook.
    Grazie di cuore

  • Ciao Lorenzo, mi sto approcciando da poco nel campo del design considerato che sono solo al secondo anno accademico. Comunque ho letto il tuo articolo con molta attenzione e ti devo dire grazie perché avevo proprio bisogno di consigli e i tuoi mi hanno ispirato nella creazione della mia nuova brand identity con un progetto e un pensiero ben definito, non come il primo tentativo.

    Mi piace molto come hai strutturato gli articoli e sei molto chiaro nella spiegazione. Sarò un follower accanito da ora in poi! Grazie mille e alla prossima!

  • Si Lorenzo, quest’ultima versione è senz’altro meglio della prima, ordinata e strutturata ma…
    Permettono di esprimere la mia opinione a proposito.
    A quel logo manca qualcosa di te, manca l’espressione della creatività che deve essere tipica del designer e dell’artista in genere.
    La forma del fumetto e del contenuto è a mio parere troppo squadrata.
    Vedi, tutto ciò che è spigoloso fa a livello subliminale pensare a una persona “quadrata”, pignola, tipico più di un ingegnere che di un creativo.
    Specialmente per colui che disegna a mano libera e quindi non si cimenta in disegni tecnici, le curve sono particolarmente importanti. Giotto per dimostrare il suo incredibile talento non fece un quadrato ma un ” semplice” cerchio. Non è frutto di un caso se adHerry Potter sono stati scelti degli occhiali tondi.
    Altro punto è la mancanza di dinamicità che è tipica di una mente ferace sempre in cerca di nuove idee.
    Per finire, va bene il blu ma qui manca a parer mio un colore che richiami oltre autorevolezza come il blu anche lo spirito creativo che hai ben rappresentato in questo sito con una gradevolissimo tonalità di arancione.
    Come fare allora per far convergere questi elementi in un unico logo? E qui bisogna ingegnarsi. Su due piedi, direi che, fermo restando le tue iniziali, queste le farei uscire da una coppa di champagne rappresentata semplicemente da un ellisse che si chiude alla metà delle iniziali. La M potrebbe allora essere composta da semplici pallini (arancioni?) che rappresentano l’effervescenza di una mente sempre in movimento. Chissà poi se quel l’ellisse rievochi anche il fumetto…
    Dinamicità, creatività, effervescenza. Mancano queste rappresentazioni a mio parere.
    Ciao Lorenzo e grazie per l’opportunità concessa di scrivere il mio parere in queste poche righe.

  • Bell’articolo e bel ogo, anche se pur avendo riletto più volte i tuoi suggerimenti (si sono un pò testone ahahah ) faccio fatica a comporre un logo personale che mi rappresenti tramite un pittogramma o una felice unione delle mie iniziali TC …… ci rifletterò e scarabocchierò ancora in attesa dell’ispirazione o della famosa lampadina .

  • ciao, sono un artista alla prime armi e non posso che ringraziarti per avermi dato un incipit per incominciare davvero.
    grazie!

  • Grazie, Lorenzo, per il tuo blog! Mi sta insegnando in poco tempo le precise nozioni che mi mancavano!

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