Quando si crea un logo, si ha a che fare con diversi elementi del logo stesso. Hai mai sentito parlare di pittogramma? E di logotipo?
Spesso si fa molta confusione su questi termini. E… no, ovviamente non sono sinonimi :)
In questo articolo voglio proprio aiutarti a risolvere questi dubbi, spiegandoti la differenza tra pittogramma e logotipo. Non solo! Voglio anche spiegarti nel dettaglio come gestire i rapporti dimensionale tra pittogramma e logotipo.
Insomma, voglio cercare di spiegarti, come bilanciare gli elementi all’interno di un logo.
Se stai cercando, invece, una guida completa su come creare un logo, dall’inizio alla fine, ti consiglio di dare un’occhiata qui ;)
Ok, pronto?
Cominciamo! Dalle basi:
Cosa sono pittogramma e logotipo? Qual è la differenza?
Ok, pittogramma e logotipo. Cosa sono?
Spiegazione in due parole: il segno grafico è il pittogramma, la “scritta” il logotipo.
Spiegazione più dettagliata:
Cos’è un pittogramma?
Il mio dizionario Treccani definisce “pittogramma” come:
“disegno o simbolo stilizzato in uno o più colori, caratterizzato da semplicità, riconoscibilità, immediatezza, convenzionalmente assunto come segnale”.
È, insomma, il segno grafico distintivo. È la mela di Apple, è il baffo Nike, la sirenetta Starbucks, la conchiglia Shell o il panda WWF.
Quando utilizzato, il pittogramma contribuisce a trasmettere in un lampo i valori che identificano l’azienda, il prodotto o il servizio.
Deve quindi essere estremamente funzionale, preciso e distintivo.
E il logotipo, invece, cos’è?
Cos’è un logotipo?
Il logotipo, sostanzialmente, è la parte testuale di un logo. La scritta, per intenderci.
Come dice, nuovamente, il mio dizionario: è la “sigla, nome o titolo di particolare forma grafica, che come simbolo identifica un ente, un’azienda, un prodotto”.
Inizialmente la stessa parola “logo” era l’abbreviazione di “logotipo”.
Molti ritengono che sia ancora così. Ma ormai un logo è molto di più di un semplice logotipo.
Fino a non molto tempo fa, infatti, non esisteva il concetto moderno di logo e la maggior parte dei loghi erano solamente delle scritte. Scritte come insegne di negozi, scritte stampate su libri o manifesti e prodotti:
Dopo la Seconda Rivoluzione Industriale, con l’avvento del design, però, le cose cambiarono e i loghi iniziarono ad essere qualcosa di diverso. Tra i primi esempi di questo cambiamento, il lavoro di immagine coordinata dell’AEG, progettata da Peter Behrens tra il 1908 e il 1912:
Si stava arrivando al concetto moderno di “logo”: un elemento di immagine distintivo che poteva comprendere sia logotipo che pittogramma. Oppure solo il logotipo. O anche solo il pittogramma (molto raramente).
Insomma, la parola “logo” è ormai un concetto ben più ampio di quello che aveva nel passato. Molto più affascinante e complicato, direi :)
Non sempre un logo ha bisogno di un pittogramma
Per quanto moltissimi brand famosi vengano oggi identificati principalmente grazie al loro pittogramma, non tutti i tuoi clienti hanno bisogno di un logo con un pittogramma.
Esistono moltissimi casi famosi di loghi composti dal solo logotipo.
Qualche esempio? Coca-Cola, Facebook, Google. Ma anche la maggior parte dei loghi dei quotidiani, dei giornali, dei film, dei fumetti e di quasi tutti i prodotti di consumo o di vendita al dettaglio.
Nessuno di questi loghi ha un pittogramma.
In realtà, anzi, la maggior parte dei loghi NON ha un pittogramma.
Ma quando si va a creare un logo per un’azienda, che quindi non ha bisogno solo di un “nome scritto in modo figo” ma di un’immagine coordinata completa e flessibile, allora in quel caso è giusto considerare la creazione di un pittogramma.
Come decidere se avere un pittogramma?
Cercando di comprendere le necessità del cliente e del progetto. Ad esempio: per un’azienda che fa molte cose diverse, può essere dannoso avere un pittogramma che limita l’applicazione del logo a diversi business.
L’importanza del logotipo
Laddove un pittogramma, all’interno di un logo, può anche non esserci, il logotipo, invece, ci deve essere sempre.
Non mi viene in mente nessuna azienda che non abbia anche (o solo) un logotipo con il nome dell’azienda o del prodotto.
Anche i brand famosi principalmente per il loro pittogramma, hanno il logotipo.
Proprio per questo la scelta di un font è così importante per un logo.
Il logotipo è infatti importante sia per grandi aziende già note, sia per piccole realtà che vogliono diffondere il proprio nome.
Se vuoi approfondire di più su font e tipografia, ti rimando ad alcuni articoli di Grafigata che ti possono interessare:
- Come scegliere un font (guida completa sulla scelta dei font)
- I font di alcuni loghi famosi, spiegati bene
- Come abbinare più font tra loro
Adesso, però, andiamo a parlare di quei casi in cui pittogramma e logotipo sono usati all’interno dello stesso logo, entrambi.
In particolare, come si posizionano, come si bilanciano i due elementi tra loro?
Dove va posizionato il pittogramma rispetto al logotipo?
Cerchiamo di rispondere!
Come posizionare il pittogramma e il logotipo? Cioè: in che punto mettere “il testo” in un logo completo?
Nei loghi composti, cioè quelli in c’è sia pittogramma che logotipo, come ci si comporta? Come si bilanciano otticamente i due elementi?
La risposta, sostanzialmente, come sempre nel graphic design è… dipende.
Dipende dal tipo di logotipo, dal tipo di pittogramma e dall’effetto completo che si vuole dare. Si vuole, ad esempio dare più risalto al logotipo? O Rendere primario il pittogramma?
In ogni caso, è sempre bene cercare di bilanciare otticamente il tutto.
All’interno del corso Logo-Hero, il più grande corso in italiano sul Logo Design, parliamo proprio di queste accortezze.
Una delle lezioni del corso è proprio relativa a come bilanciare pittogramma e logotipo. Abbiamo deciso di regalarti questa lezione, all’interno di questo articolo :)
Posizionare pittogramma e logotipo: lezione estratta dal corso Logo-Hero
In questa videolezione estratta direttamente dal corso, Emanuele ha usato l’esempio pratico di un brand famoso come Spotify per spiegare come bilanciare logotipo e pittogramma.
Andiamo a vedere alcuni passi importanti per capire come rendere equilibrati i due elementi.
1. La gabbia
Il posizionamento di un logotipo rispetto al pittogramma segue i rapporti dimensionali creati da una griglia ben progettata.
Nel logo di Spotify analizzato, la griglia sembra piuttosto semplice.
Ma proprio per questo, spazi e dimensioni sono ben definiti, mantenendo un rapporto tra quella che è l’altezza della composizione e la larghezza della stessa.
L’altezza del pittogramma è data da cinque quadrati di egual dimensione, così come lo è la larghezza. Il logotipo invece è basato su dieci quadrati, quindi sul doppio.
Quello che magari puoi aver contato come sedicesimo (10+5+quello mancante) quadratino non è altro che lo spazio tra pittogramma e logotipo.
Articolo consigliato:
2. Il posizionamento
Una volta che sei sicuro delle proporzioni che hai adottato puoi concentrarti sul posizionamento del logotipo rispetto al pittogramma (o viceversa).
In questo caso il testo è stato posizionato esattamente al centro della gabbia.
In realtà, l’allineamento al centro non è perfetto, è piuttosto un allineamento “ottico”, in modo che sembrasse perfetto. Spiego meglio questi concetti nell’articolo sulle correzioni ottiche ;)
In questo modo è possibile seguire un focus visivo, che permette di attirare l’attenzione di chi guarda sulla composizione.
Vedi come tutti gli elementi sono nel posto giusto e con le corrette proporzioni?
3. L’equilibrio compositivo
In fase di progettazione, oltre che della proporzione, bisogna tenere conto anche dell’equilibrio compositivo.
Gli spazi bianchi (elemento fondamentale nel graphic design), ovvero le distanze tra gli elementi non sono casuali: servono a far respirare il logo, a dargli ritmo, leggibilità, armonia.
In questo caso, ad esempio, il cerchio interno della “o” di Spotify è esattamente la distanza tra il pittogramma e il logotipo.
Gli spazi bianchi servono, comunque, anche a creare equilibrio visivo.
Infatti la misura che prima ti avevo identificato come “quadratino” viene applicata a tutta la composizione, che di conseguenza si suddivide in parti uguali.
Generando, appunto, un ottimo equilibrio :)
Conclusioni
Bilanciare un pittogramma con il suo logotipo, è uno degli aspetti più delicati del logo design. Molto importante diventa la capacità di creare qualcosa di armonioso sia usando la geometria, sia usando correzioni ottiche.
In questo articolo ti ho parlato di una lezione estratta dal corso Logo-Hero.
Ma che cos’è Logo-Hero?
Logo-Hero è nato come un semplice gruppo Facebook su cui condividere consigli, tips e strategie pratiche sul logo design.
Ma non ci siamo fermati qui.
Io, Emanuele Abrate (logo designer) e Marco Agustoni (esperto di Illustrator), abbiamo creato quello che è diventato il più grande corso sul Logo Design mai visto in Italia.
Puoi accedere al corso cliccando su questo link!
Ok, anche per oggi ho concluso! Se l’articolo ti è piaciuto, trovi qui sotto i pulsanti per condividerlo con i tuoi amici! ?
Un abbraccio,
Lorenzo.
mi piace!
bellissimo articolo grazie
Ma volevo capire una cosa, la dimensione dell’unità base, quindi del singolo quadratino come si sceglie? Grazie
Ciao Claudio! mi era sfuggito questo commento, scusa se rispondo dopo due settimane! In realtà, solitamente, si decide la misura “x” in modo completamente arbitrario e dipende molto dal logo. Se ad esempio il logo è tutto fatto in “outline”, cioè solo con i bordi, la misura “x” può essere lo spessore di quel bordo. Oppure la distanza tra due elementi importanti del pittogramma. Oppure ancora l’altezza delle lettere del logotipo.
Insomma, è una cosa molto variabile che cambia anche in base all’armonia interna del logo stesso e che ha come obiettivo quello di dare un ritmo a tutto il progetto :)
Un articolo davvero interessante e ben fatto, ti faccio i miei complimenti.
Grazie Gioacchino! :)
Ciao, ho letto il tuo bell’articolo, ma il passaggio …Laddove un pittogramma, all’interno di un logo, può anche non esserci, il logotipo, invece, ci deve essere sempre.
Non mi viene in mente nessuna azienda che non abbia anche (o solo) un logotipo con il nome dell’azienda o del prodotto, pur essendo d’accordo non mi convince molto. Mi sembra di ricordare che ad esempio una grande azienda come Fiat, per circa un decennio (anni ’90) abbia usato semplicemente le 5 barre inclinate senza il bisogno del logotipo. Ma anche i quattro cerchi di Audi spesso viaggiano da soli e sono ovviamente riconoscibili da tutti. Ciò detto volevo chiederti, che “peso” dai alla scelta dei colori per la realizzazione di un logo?
grazie.
Ciao Lorenzo, ho letto con attenzione le indicazioni sopra, ma vorrei chiederti… esiste una rapporto ideale tra la dimensione del logo e/o logotipo e la dimensione del foglio che lo contiene? sopratutto quando si deve eseguire una stampa?