Cos’è il metodo colore CMYK

Chiara ZoiaChiara Zoia
che cos'è CMYK

Se sei alle prese con un progetto grafico che andrà in stampa o se hai già affrontato progetti per stampati, come biglietti da visita, brochure o poster, può darsi che ti abbiano indicato di utilizzare il metodo colore CMYK.

Ne abbiamo parlato anche qui sul blog, in un articolo che Lorenzo ha dedicato proprio a tutti quegli aspetti a cui devi prestare attenzione quando prepari un progetto per la stampa.

Ma non abbiamo mai affrontato la questione dei metodi colore di per sé, che invece può esserti molto utile conoscere e capire a fondo.

Gestire il colore, infatti, misurarlo, compararlo, definirlo, è forse uno degli aspetti più complicati ma anche più affascinanti per chi fa graphic design.

Proprio perché si tratta di una questione con cui i designer hanno a che fare tutti i giorni, mi sembra utile spiegare nel modo più chiaro e completo possibile cosa intendiamo quando parliamo di “metodi colore”. Cosa si intende per CMYK? Quando e come dovresti usarlo?

Cominciamo dall’inizio, seguimi!

Cosa significa CMYK

tricromia colore cmyk

La sigla “CMYK” fa riferimento ai quattro colori che si utilizzano quando si lavora con questo metodo e che permettono di ricavare tutti gli altri.

Nel dettaglio:

  • C sta per cyan, quindi “ciano”
  • M sta per magenta (in inglese usa la stessa parola che abbiamo in italiano, quindi non serve tradurre!)
  • Y sta per yellow, quindi “giallo”
  • K, infine, sta per key black, il canale nero necessario per ottenere una varietà più ampia e satura di colori con questo metodo (tra poco ne parliamo meglio).
key black colore cmyk

Dal momento che si tratta di un metodo che si fonda sull’utilizzo di quattro colori in italiano lo trovi spesso indicato anche come “quadricromia”. Le diverse componenti di colore invece si chiamano, più propriamente, canali.

Slide presa dalle nostre lezioni sul CMYK in ABC Graphic Design

Quando parliamo di metodo colore CMYK, quindi, intendiamo un sistema di riferimento in cui tutti i colori che possiamo creare si ottengono mescolando quantità diverse di azzurro (nella sua particolare variante del ciano), magenta, giallo e nero.

Le quantità si misurano in percentuale:‌ per ciascun canale avremo un valore compreso tra 0 e 100.

Un esempio? L’arancione di Grafigata, in CMYK, è composto, circa, da ciano allo 0%, magenta al 70%, giallo al 90% e nero allo 0%.

percentuali arancione grafigata in metodo colore cmyk

Quando e come si usa il metodo colore CMYK

Il metodo colore CMYK è il sistema di riferimento che utilizziamo quando andiamo ad indicare, attraverso un codice, quali sono i colori che vogliamo ottenere attraverso una stampa tipografica.

stampa offset
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I colori in questo tipo di stampa si ottengono mescolando i quattro differenti inchiostri che corrispondo ai canali nelle giuste proporzioni.

Quando misceli dei colori fatti di materia – nel nostro caso inchiostro, ma vale anche per pittura, pastelli, etc – quello che succede è molto diverso da quello che accade quando i colori che si mescolano sono fatti da fasci di luce, come negli schermi.

Parliamo di fenomeni fisici che hanno un grosso impatto su come vengono creati e catalogati i colori ma anche sulla loro resa finale.

Per quanto riguarda nello specifico il metodo colore CMYK la somma di colori intesi come pigmenti avviene seguendo la cosiddetta sintesi sottrattiva. Andiamo a vedere di cosa si tratta.

Cos’è la sintesi sottrattiva

sintesi sottrattiva

Durante la stampa tipografica per ottenere ad esempio un verde le macchine stampano, vicinissimi gli uni agli altri, punti più o meno grandi di inchiostro ciano e inchiostro giallo: il risultato è un colore che sarà meno luminoso dei due inchiostri di partenza. Questo perché somma la capacità di entrambi di assorbire (quindi sottrarre) luce.

differenze metodo colore rgb e cmyk

Quando ci riferiamo a questo fenomeno parliamo infatti di “sintesi sottrattiva”.

Lo stesso meccanismo spiega perché, quando mescoliamo coloranti o pigmenti nei colori ciano, magenta e giallo quello che si ottiene è un grigio – marrone, cioè un colore a bassissima luminosità.

Fai una prova:‌ allontanati da fonti di luce e tieni per un po’ gli occhi chiusi. Che colore stai vedendo?

Con ogni probabilità non si tratta di un vero e proprio nero, ma piuttosto di un grigio molto scuro e molto poco saturo. Si tratta proprio del “livello zero” della retina, a riposo e libera dagli stimoli luminosi, ed è molto simile al colore che si ottiene se si combinano ciano, magenta e giallo.

Se mischiare inchiostri colorati significa perdere luminosità allora forse hai già capito qual è la caratteristica principale del metodo colore CMYK.

Quali colori puoi ottenere in CMYK?

come si ottengono i colori in cmyk
Ecco un’infografica che mostra le combinazioni base generate dal metodo CMYK

Per la sua specificità con questo metodo non potrai mai ottenere tutti i colori che vedi sullo schermo (infatti per i progetti destinati al digitale si utilizza il metodo colore RGB), oppure colori particolarmente brillanti, come i colori fluo.

Questo è il motivo per cui, quando ti abbiamo suggerito quali sono i passaggi necessari per preparare al meglio un file per la stampa, ti ha suggerito di lavorare al tuo progetto fin da subito impostando il metodo colore CMYK.

Il rischio, altrimenti, è di trovarsi a rifare l’intero progetto perché scopri che i colori che hai scelto semplicemente nella stampa non esistono.

Attenzione al nero

Come abbiamo accennato all’inizio il canale key black è stato aggiunto nel sistema CMYK proprio per ottenere colori molto saturi oppure un nero particolarmente brillante, che altrimenti non si sarebbero potuti creare.

La regolazione del canale key black permette quindi anche di ottenere diverse tonalità e intensità di nero.

Ad esempio per ottenere un nero … semplicemente nero, la regolazione che viene spontaneo impostare è questa:‌ C=0, M=0, Y=0, K= 100%. Questo è il nero “standard”, che però una volta stampato risulta un pochino spento. Va benissimo per il testo o per i contorni delle figure.

Su come scegliere quale tipo di nero utilizzare per i propri progetti di stampa, avevamo scritto questo guida su come preparare un file alla stampa

Se invece c’è una campitura piena di nero, ti consiglio di utilizzare il cosiddetto “Rich Black”, che si ottiene impostando queste percentuali:‌ C=40, M=40, Y=40, K=100. Significa che al key black vado ad aggiungere percentuali omogenee di tutti gli altri canali colore per rendere più pieno il nero che otterrò in stampa.

Un’altra possibilità interessante è quella di variare le percentuali di colori caldi o freddi che aggiungo al key black. In questo modo anche il nero che ottengo sarà più freddo o più caldo, e potrà uniformarsi, o al contrario spiccare meglio in un progetto con una tonalità predominante.

grigio e nero metodo cmyk

E se, nonostante tutto, il CMYK non fosse il metodo giusto per il tuo progetto? Ci sono ovviamente delle alternative.

Metodi colore oltre il CMYK

La quadricromia è il sistema preferito dalla stampa tipografica perché‌ è quello che consente di ottenere il maggior numero di colori con il minor numero di inchiostri.

Oggi però nella stampa offset si trovano anche macchinari in grado di utilizzare, oltre ai quattro inchiostri standard, fino ad altri 3 colori (i secondari:‌ arancione, verde, viola) e arrivare quindi ad una stampa che si basa su un metodo definito CMYK+3. In questo modo si amplia molto la gamma di colori a disposizione.

Se però il tuo progetto non deve andare in stampa, oppure questo metodo colore non si adatta alle tue esigenze ci sono delle alternative.

Anzitutto, ne abbiamo già accennato, il metodo RGB, che consente di codificare i colori che vediamo attraverso fonti luminose, come tutti gli schermi.

Se invece hai delle necessità di stampa particolari e vuoi ottenere un colore specifico, che non esiste nel gamut CMYK e che ti dia la certezza di essere perfettamente conforme al tuo progetto, allora la soluzione giusta è ricorrere alle tinte piatte, come i famosi colori Pantone.

Conclusioni

Adesso sai tutto del metodo colore CMYK, di come funziona e di come puoi usarlo all’intero dei tuoi progetti.

Se vuoi vedere come nella pratica puoi gestire un progetto con questo metodo colore e ottenere un risultato perfetto per essere mandato in stampa, senza brutte sorprese, allora ti consiglio il corso di Grafigata ABC Graphic Design. Trovi non solo gli approfondimenti teorici, ma anche tanti esempi pratici, esercizi e casi concreti per approcciare il graphic design a un livello professionale.

A presto!

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