I pattern sono probabilmente un ottimo esempio di quegli elementi grafici che ogni graphic designer ha prodotto almeno una volta, anche quando non sai di preciso cos’è, o quale sia l’esatta definizione.
Eppure il pattern è davvero una delle forme basilari della comunicazione visiva: pensa, li troviamo già nelle grotte! E nel mondo del graphic design sono di certo uno degli strumenti che, seppure con delle naturali oscillazioni, fanno parte del lessico di base e siamo certi resteranno sempre nella cassetta degli attrezzi di un professionista.
Per questo abbiamo pensato che ti sia utile una guida ai pattern in cui trovi una buona definizione, la spiegazione di quanti e quali tipologie di pattern esistono e tanti suggerimenti d’uso.
La definizione di pattern
Anche se non è facile trovare un’unica definizione che chiarisca cos’è un pattern possiamo dire che, soprattutto se stiamo parlando di grafica, tutte le volte in cui troviamo uno o più segni (o simboli) che si ripetono in maniera più o meno strutturata a riempire una superficie, abbiamo un pattern.
In questo senso l’unità più piccola del pattern, ossia il segno, o l’insieme di segni che si ripetono, si chiama motivo.
Se ci pensi tutta la realtà che ci circonda, a partire dalle più semplici forme della natura, è popolata di pattern. Per questo il cervello umano è abituato a questa ripetizione, che ci ispira un senso di ordine e di armonia.
Questo è il motivo per cui, anche se la parola pattern ad alcuni può richiamare le più kitsch delle tappezzerie di un tempo, si tratta invece di uno strumento molto potente, che vale la pena imparare a riconoscere ed utilizzare in modo corretto
La definizione, quindi, è piuttosto chiara; attenzione però a non confondere il pattern con altre forme di composizione. Spesso infatti si corre il rischio di sovrapporre, e in parte di confondere, pattern e texture.
Ma non preoccuparti: in questo articolo trovi tutte le informazioni che ti servono per definire al meglio cos’è una texture e quindi evitare confusioni.
Quanti tipi di pattern esistono
Te lo voglio dire subito: moltissimi! Ci sono davvero un’infinità di tipologie di motivi ripetuti che possono ricadere in questa definizione. Cerchiamo quindi di vedere insieme quali sono i principali, e soprattutto quali sono i meccanismi di ripetizione che puoi utilizzare per crearli.
La distinzione più interessante, quella con le ricadute più evidenti, è quella tra pattern regolari e non regolari.
Pattern regolari o geometrici
Questa è quasi di sicuro la tipologia di pattern che per prima ti viene in mente. Si tratta appunto di composizioni in cui il motivo di base viene ripetuto un certo numero di volte secondo uno schema prevedibile.
Dal momento che ci sono molti modi per ripetere in maniera regolare un motivo, ci sono diverse tipologie di pattern regolari:
- ripetizione a blocchi: si tratta della tipologia più comune. Il motivo è ripetuto in maniera regolare sia sull’asse verticale che orizzontale. Uno degli esempi più semplici, ma che vanta una nobile e ricca tradizione, è quello dei pattern disegnati sulle piastrelle in maiolica.
- ripetizione a mezza altezza / alternata: in questo caso il motivo si ripete in maniera regolare sull’asse orizzontale, mentre sull’asse verticale il motivo viene ripetuto sfalsato per metà dell’altezza del modulo. In questo modo i motivi si troveranno alla stessa altezza in tutte le colonne pari e in tutte le colonne dispari.
- ripetizione a specchio: si tratta di tutti quei pattern in cui il motivo si alterna in controparte. Può ovviamente essere specchiato in orizzontale oppure in verticale
- ripetizione per rotazione: per creare effetti meno geometrici, che quindi ricordano di più le forme organiche, il motivo può essere ripetuto dopo essere stato ruotato. Di solito la rotazione è di 90° o 180°
Pattern irregolari
Come ti avevo anticipato in realtà non esiste una regola troppo rigida che definisca cos’è un pattern oppure no. Infatti non è necessario che il motivo alla base di un pattern venga ripetuto in maniera prevedibile perché possiamo parlare, appunto, di pattern.
In determinate situazioni, infatti, il motivo che viene ripetuto presenta delle variazioni di forma, colore o dimensione, pur restando riconoscibile. Oppure i motivi vengono accostati in maniera organica, spontanea, invece che geometrica.
In alcuni casi non viene neppure ripetuto un motivo, ma le forme da cui è costituito il pattern hanno tra di loro delle somiglianze così forti da restituirci un’impressione di regolarità.
Troviamo molto spesso pattern irregolari in quei casi in cui occupano tutta la superficie di un progetto, ad esempio un packaging: in questo caso spesso il motivo è molto complesso, e non troviamo una ripetizione evidente perché lo spazio non è sufficiente.
Pattern complessi
La grande flessibilità nei meccanismi che consentono di progettare i pattern rende molto semplice combinare diverse modalità di ripetizione dei motivi base.
Per questo oltre ai pattern regolari e irregolari, spesso possiamo incontrare anche una terza tipologia, che possiamo identificare come pattern complessi.
Si tratta in pratica di tutti quei casi in cui un pattern viene progettato combinando tra di loro due o più di quei meccanismi di ripetizione che abbiamo già visto.
In più possiamo considerare come parte di questa categoria anche delle modalità di ripetizione geometrica ma non lineare. In particolare mi riferisco a:
- pattern radiali: sono tutti quei pattern in cui il motivo si ripete in tutte le direzioni a partire da un punto centrale.
- pattern a gradazione: in questo caso il motivo viene ripetuto in maniera geometrica, ma modificando gradualmente la dimensione, oppure altre caratteristiche come l’intensità o la tonalità del colore.
Tanti modi per usare al meglio un pattern (adesso che sai cos’è)
Proprio perché si tratta di uno strumento molto potente e trasversale è importante sia immaginare in quanti modi un pattern può far parte dei tuoi progetti sia orientarsi tra differenti strategie per sfruttare i pattern in maniera davvero efficace.
In particolare ti aiuto a capire come il pattern può ricoprire non solo un ruolo decorativo, ma essere di supporto alla costruzione di una comunicazione funzionale, come ad esempio allo sviluppo di una forte brand image.
Il logo come motivo
Abbiamo visto fin qui che i pattern generano in chi guarda un senso di ordine, armonia e quindi piacevolezza.
Hanno il potere di metterci a nostro agio e soddisfare il nostro senso estetico. Proprio per questo un pattern può essere il perfetto veicolo per l’identità di un brand, attraverso il logo.
Perché questo succeda il logo, anche in forma semplificata, deve diventare il motivo base, o comunque uno dei motivi sulla cui ripetizione è costruito il pattern.
Differenziare i prodotti
Una delle specificità di un pattern sta proprio nella ripetizione di un elemento riconoscibile, il motivo.
Questa ripetizione può dare l’occasione per introdurre delle variazioni (nel motivo, nella struttura della ripetizione, nei colori) che sono molto utili per differenziare diversi elementi all’interno di una serie.
Immagina ad esempio di dover progettare packaging per una serie di prodotti che vengono commercializzati in diverse varianti. Oppure le copertine di pubblicazioni periodiche, o redatte da diversi autori ma comunque che fanno parte di una medesima iniziativa.
Anche in questo caso il pattern è un ottimo strumento che permette di creare una continuità, una uniformità che da sola riesce a farci capire che ci troviamo di fronte a più varianti di prodotto.
Focalizzare l’attenzione
È capitato più volte, nei nostri articoli, di sottolineare l’importanza di creare un evidente punto focale nei progetti grafici.
Puoi utilizzare i pattern anche per questo, e puoi farlo scegliendo diverse strategie. Infatti puoi enfatizzare alcuni elementi caratterizzandoli con l’inserimento di motivi.
Ma puoi anche creare un punto focale con un processo contrario. Se infatti inserisci all’interno di un pattern un elemento che rompe in modo evidente la regolare ripetizione del motivo l’effetto sarà di aver enfatizzato il punto di rottura.
Affermare uno stile
I pattern sono degli strumenti espressivi molto diretti. Proprio per la loro immediatezza sono in grado di comunicare in maniera semplice e diretto uno stile, richiamare un determinato mood.
Un packaging, o un qualunque materiale promozionale, se caratterizzato da un pattern minimale e geometrico, oppure da un più classico pattern a fiori, ci suggerisce immediatamente di appartenere a un settore piuttosto che a un altro. Di voler attirare l’attenzione di un tipo di pubblico piuttosto che di un altro.
Questo è il motivo per cui i pattern sono spesso molto utili per affermare una brand image e mantenerla coerente attraverso diverso canali di comunicazione
Conclusioni
Conoscere in maniera precisa cos’è un pattern e vedere qualche esempio delle tante applicazioni che può avere nel campo del graphic design è di certo un buon punto di partenza.
Ora non ti resta che farti ispirare e mettere in pratica quello che hai imparato. Se però ti serve qualche consiglio su come puoi creare, in pratica, il tuo pattern, ti consiglio di leggere questi due tutorial scritti per noi da Marco:
- Come creare un pattern con Illustrator + 30 risorse vettoriali
- Come creare un pattern “seamless” in Illustrator.
Se invece vuoi acquisire in maniera più solida le basi del graphic design il nostro corso ABC Graphic Design ti permette di imparare tutto quello di cui avrai bisogno per porti nuovi, più ambiziosi, obiettivi.
Intanto puoi continuare ad esplorare i nostri contenuti, io nel frattempo ti saluto
Alla prossima!
Ciao!
Come si può salvare un pattern creato su Illustrator ad un cliente che non ha il programma, in modo che lo possa utilizzare comunque, in autonomia?