Ma un graphic designer che ci fa con Canva?

Chiara ZoiaChiara Zoia
Parliamo di Canva per fare grafica

Parliamone: tutte le volte che si mettono nella stessa frase Canva e graphic designer le reazioni sono a dir poco accese. Quindi, prima di rispondere “assolutamente nulla” (o peggio) e chiudere la tab con l’articolo fammi spiegare.

Chi fa graphic design in modo professionale usa, tutti i giorni, un sacco di applicazioni diverse. Molte di queste non hanno nulla a che fare con la grafica: anche tu hai di sicuro un browser installato, e un servizio per mandare mail. Usi anche programmi di videoscrittura (Word, tanto per capirci). Prendi foto e vettori da repertori di stock. Ma non hai problemi a usare tutti questi strumenti e a dire che li usi.

Con Canva è più difficile: forse perché quando è stato lanciato e ha cominciato a diffondersi molte persone hanno pensato – a torto – che potesse rimpiazzare alcuni compiti che spettano a graphic designer di professione. Un caso su tutti: i loghi.

Eppure di servizi online per creare un logo in pochi click ce ne sono, e ce n’erano anche allora, un’esagerazione. In più il progresso delle intelligenze artificiali generative ci ha fatto capire che sono destinate a moltiplicarsi le tecnologie che possono sovrapporsi all’operatività di un designer.

Nonostante tutto, tranquilli, no: Canva non è adatto a creare loghi.
Ma può essere utile per molte altre cose!

Negli anni Canva è cambiato tantissimo. Ha aumentato le possibilità, ha integrato servizi vari e sembra che voglia offrire strumenti sempre più professionali. Infatti ha appena comprato Affinity.

Insomma, non si può più ignorare una realtà così. Cerchiamo allora di capire se e come può farti comodo.

No, non sostituisce Adobe (o programmi simili)

Giusto per non creare equivoci: non ti diremo mai che Canva sostituisce altri software per il graphic design, come quelli della Creative Cloud. Sarebbe assurdo pensarlo, anche perché nemmeno Canva ha mai fatto nulla (almeno finora) per fare concorrenza diretta ad Adobe.

Un paio di esempi velocissimi:

  • Canva non può gestire una grande quantità di livelli;
  • non ha le maschere;
  • non ha un vero strumento di disegno vettoriale;
  • ha dei grossi limiti nell’esportazione dei file;
  • non va bene per progetti professionali che vanno in stampa;
  • si può usare solo online, quindi con una connessione attiva.

Sgombrato il campo da tutto quello per cui non puoi e non dovresti usarlo, possiamo concentrarci sulle risorse di Canva che fanno comodo anche ai designer di professione.

Se fai il graphic designer puoi usare Canva per:

Trovare materiale di stock

Questa è davvero una delle funzioni più interessanti, ma a cui di solito nessuno pensa. Dentro Canva premium trovi un sacco di materiale di stock  (più di 4 milioni di risorse) tra foto, video, grafica vettoriale, gif e audio. La versione premium di Canva ti costa circa 12 euro al mese se scegli il piano mensile, meno di 10 se fai l’abbonamento annuale.

Facciamo i paragoni: per Adobe Stock paghi 37 euro al mese, e la tariffa non è compresa dentro l’abbonamento alla Creative Cloud. Due download in Shutterstock costano 22 euro.

La convenienza di Canva è evidente; fai solo un po’ di attenzione alle questioni legate ai diritti del materiale. I Termini e Condizioni infatti stabiliscono che non puoi, ad esempio, scaricare una foto e rivendere la stampa di quella foto così com’è, senza aver apportato nessuna modifica. Non puoi nemmeno pubblicare in un sito una foto o un video che hai semplicemente scaricato da Canva. Ma hai pieno diritto di pubblicare e vendere il materiale che usi dentro un progetto Canva.

Certo la differenza è sottile: si tratta magari di aggiungere un logo, o modificare una regolazione. Però hai capito il punto: non puoi rivendere così com’è il lavoro di qualcun altro. Se ci pensi è logico.

Un’altra cosa che non puoi fare è registrare come marchio un logo che hai creato con Canva. Anche qui, nessun problema: abbiamo già stabilito che Canva non serve per progettare loghi.

Per tutto il resto, invece, hai a disposizione una libreria molto fornita (sapevi che Pexels e Pixabay sono di proprietà di Canva da ormai 5 anni?), e soprattutto in costante aggiornamento ed espansione. Perché sono ci sono un sacco di designer in giro per il mondo che vendono i loro asset a Canva, oppure li caricano gratuitamente.

Fare i mockup

Tra gli strumenti più fighi che trovi dentro Canva c’è Smartmockup, un tool online per creare… beh, mockup: ovvero una rappresentazione semi-reale del prodotto finito (un biglietto da visita, una t-shirt, una cartellina, un poster, ecc). Si tratta di uno strumento che accorcia un po’ i tempi rispetto al procedimento “classico”, che non sto ad approfondire qui perché gli abbiamo dedicato diversi articoli

Anche Lorenzo aveva provato Smartmockup e in questo video l’ha raccontato con entusiasmo. Dentro Canva trovi le stesse funzionalità della piattaforma online, con un vantaggio: non devi uscire dall’applicazione o perdere tempo a esportare e importare progetti. Puoi avere già caricati tutti i materiali di un brand o di un progetto, personalizzare e condividere il risultato.

Condividere un file con i clienti

“Lo apri?” “No, non riesco ad aprirlo. Ma in che formato è?” “È un .svg, puoi aprirlo con il browser” “Ma non riesco a fare lo zoom … Me lo puoi mettere in un documento Word?”

Ok, così è estremo ma conversazioni del genere le ha vissute più o meno chiunque faccia grafica. Canva è la soluzione che i designer non sanno di volere: apre più o meno tutti i formati più diffusi, dai .png agli .svg, dagli .ai ai .pdf. Una volta aperto il progetto puoi condividerlo con chiunque attraverso un link o un’invito via mail. È sufficiente che la persona che lo riceve apra un account Canva; ma può usare anche le credenziali Google.

A quel punto al cliente, o alla persona con cui collabori, basta aprire Canva per vedere il progetto. Può farlo da qualsiasi device e dal browser. E può lasciare dei commenti: così per te sarà molto più semplice avere feedback in tempi brevi e capire quali sono le modifiche richieste.

Hai anche la possibilità di far intervenire in maniera diretta sul progetto le persone con cui lo condividi. Immagina di aver creato un post per Instagram in Adobe. Il tuo cliente però ha notato un typo (si sa che il typo è invisibile agli occhi del designer!). Puoi caricare il tuo file .ai o .psd in Canva e lasciare che il cliente corregga l’errore in modo autonomo .

In questo modo, tu risparmi tempo prezioso e il cliente ha il vantaggio di poter gestire in tempo reale le sue necessità senza contattarti nei momenti meno opportuni.

Creare un design system

Questo forse ti può sembrare il suggerimento più ambizioso. Però, pensaci bene: un sacco di volte ti ritrovi a dover inviare al cliente all’infinito le diverse versioni del logo, o i codici colore della palette per la stampa.

Oppure, dopo neanche un mese dal lancio di una brand image, apri i social dell’azienda che te l’ha commissionata, o ricevi la loro newsletter, e ti sanguinano le cornee.

Canva premium ha una sezione Brand che ti dà la possibilità di organizzare tutto il materiale che di solito inserisci in un brand manual:

  • la palette, anzi più palette, con profilo esadecimale, RGB e CMYK
  • i loghi: sì, anche in svg
  • i font; se non ci sono dentro Canva ma li hai acquistati o scaricati puoi caricarli nell’applicazione
  • grafiche e foto, ad esempio icone che hai realizzato per il progetto o il materiale dello shooting realizzato per l’occasione

In più puoi salvare alcune grafiche come template. Così vendi al cliente un servizio in più e rendi possibile e facile la collaborazione con il team interno o altre professionalità.

Rimuovere lo sfondo

Scontornare è un’attività che è quasi diventata un totem per chi fa graphic design; non avrai difficoltà a trovare su internet un fiume di meme a riguardo e scommetto che ne hai visto se non condiviso uno almeno una volta nella vita.

Si tratta di un’attività noiosa e per lo più frustrante, che però richiede discrete abilità e che è ancora tra quelle che mettono più in crisi. Anche con l’entrata di funzioni basate sull’intelligenza artificiale.

Canva ha sviluppato al suo interno uno strumento di “remove background” che è sorprendentemente veloce e potente. A volte preciso quanto gli strumenti di Photoshop. Certo, una volta ottenuta l’immagine scontornata non puoi più intervenire su maschere e livelli come in Photoshop. Ma per uno scontorno “al volo” o quando non hai necessità troppo complesse ti può fare davvero molto comodo.

Se invece ti interessa il “procedimento classico” vai a vedere questi tutorial di Marco:

Brainstorming

Ti è mai capitato di usare Miro, o Mural, o qualche altra whiteboard collaborativa online? Negli ultimi anni, con la diffusione del design thinking, si sono moltiplicati gli strumenti online che servono a progettare o meglio co-progettare e fare brainstorming. Ecco, dentro Canva trovi anche quello: la lavagna bianca infinita che può essere condivisa online e su cui il tuo team o le persone con cui collabori per uno specifico progetto possono intervenire in tempo reale.

Non solo: con la tavoletta grafica puoi anche fare schizzi a mano libera. Abbiamo già detto che non trovi dentro Canva gli strumenti di disegno avanzato di Illustrator, ad esempio, ma se vuoi appuntare due idee può farti molto comodo.

Usalo per te

Finora abbiamo parlato del lavoro che fai per i clienti. Ma non devi dimenticare tutto il lavoro che devi fare per te e per la tua attività, soprattutto se lavori da freelancer: fatture, preventivi o design brief da esportare in pdf o condividere. O ancora montare dei video veloci da postare sui tuoi canali social.

In pratica la forza di Canva sta proprio nell’essere costruita come una piattaforma all-in-one: puoi saltare facilmente da un task all’altro senza dover aprire mille applicazioni diverse e senza perdere tempo nel trasferire dall’una all’altra tutti gli asset.

In pratica puoi vederlo come un’alternativa più a Office che ad Adobe, che però ha funzioni più adatte a chi si occupa di grafica per lavoro.

Conclusioni

Come avrai capito allora non si tratta di un derby tra Canva e Adobe: sono due strumenti che possono lavorare insieme per rendere la vita dei designer più facile e divertente.

Canva ti permette di creare in velocità qualcosa di non per forza perfetto ma efficace quanto basta ad ottenere il risultato che cercavi. Adobe, invece, è il re indiscusso per progetti complessi che richiedono precisione e potenza.

Quindi, perché non sfruttare i punti di forza di entrambi? Ok, adesso scatenati pure nei commenti e dicci se usi Canva, e per cosa. Oppure se non l’hai mai usato e dopo aver letto l’articolo vorresti sperimentare qualche funzione. Non vediamo l’ora di sapere la tua, intanto un saluto e

alla prossima!

Commenti:

Ci sono 2 commenti in “Ma un graphic designer che ci fa con Canva?”

  • Ciao Lorenzo, premessa: vi seguo da anni e vi ringrazio infinitamente per il lavoro che fate! Siete davvero forti!
    Lascio un feedback sul tuo articolo parlandovi della mia recente esperienza: Sto utilizzando Canva per un cliente che mi ha chiesto un layout grafico per il suo profilo Instagram. Creo il progetto grafico (scelta del font, colori, immagini, grafiche aggiuntive) per varie tipologie di post, per poi consentire al cliente di lavorare in autonomia nel futuro, magari con una mi supervisione (questo è ancora da vedere). Non è stato semplice barcamenarmi all’inizio per imparare da zero ad utilizzare il programma, ma per il progetto di cui mi devo occupare l’ho trovato molto utile.
    Un saluto a tutto il vostro team! Buon lavoro!

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