È arrivata l’AI nei programmi Adobe: e adesso cosa succede a chi fa design?

Chiara ZoiaChiara Zoia
AI nel graphic design intelligenza artificiale grafica

Se ti occupi di graphic design di sicuro lo sai già: Adobe ha inserito una nuova funzionalità in Photoshop, il riempimento generativo basato sull’AI. E lo sai perché intorno a questa novità c’è stata grande attenzione un po’ ovunque, e in particolare su tutti i social media – che si tratti di TikTok, Instagram, Facebook o altro.

In questo articolo non voglio entrare nei dettagli tecnici per spiegarti come usare il riempimento generativo: per questo puoi guardare il video in cui Marco utilizza questa novità per fare cose pazzesche in pochi minuti. Mi interessa piuttosto riflettere sull’impatto che tali innovazioni di Intelligenza Artificiale stanno avendo e avranno sul lavoro dei graphic designer.

Ho già accennato a come la penso nel video che trovi qui sotto. Dopo il video, invece, prosegue l’articolo in cui sviluppo un po’ gli argomenti di cui ho parlato.

L’intelligenza artificiale generativa di Adobe

Se in queste ultime settimane non sei riuscito a seguire gli aggiornamenti e non hai idea di cosa stiamo parlando, ti faccio un breve riassunto. Già un paio di mesi fa Adobe ha presentato un nuovo motore di intelligenza artificiale generativa, che si chiama appunto Adobe Firefly. Questo motore AI è capace di creare e costruire immagini a partire da prompt testuali, fornendo risultati di grafica, immagini, fotografie e disegni sorprendentemente accurati.

Da quando è stata lanciata, ancora in una versione non definitiva, Adobe ha dato libero accesso a questo strumento. In questo modo è stato possibile per chi l’ha usata cominciare a sperimentare le sue potenzialità. Dall’altro questa fase è fondamentale anche per sviluppare il prodotto. Come di certo sai, infatti, le intelligenze artificiali sono basate su reti neurali; in pratica, più “fanno cose” più e meglio imparano come farle, proprio come il cervello umano.

design con prompt ai di lettere

Magari anche tu fai parte delle tante persone che hanno cominciato a sperimentare con questi strumenti basati sull’AI per fare design, illustrazione o altro. E può darsi che tu abbia usato anche altri strumenti, come Dall-e o Midjourney.

Beh, magari non ci hai fatto caso, ma Firefly si distingue dagli altri motori grafici di intelligenza artificiale generativa per una caratteristica che non è affatto un dettaglio. Adobe ha usato per addestrare la sua AI solo immagini di cui possiede i diritti. Quindi chiunque crea progetti con questo software potrà usarli per qualsiasi scopo, anche commerciale, senza nessun problema.

Si tratta di un vantaggio competitivo non da poco, se stiamo parlando di design da un punto di vista professionale. Ma nelle ultime settimane è successo qualcosa che davvero sembra destinato a cambiare il graphic design come lo conosciamo.

riempimento generativo intelligenza artificiale ingrandisci sfondo

Il riempimento generativo basato su AI dentro i prodotti Adobe

La vera notizia è che questo motore di intelligenza artificiale generativa, a partire da giugno 2023, puoi trovarlo integrato in Photoshop come uno degli strumenti nella versione beta. È evidente che ci sono ancora molte cose da migliorare e perfezionare, ma le implicazioni che questa innovazione può avere sono gigantesche.

Come ci ha fatto vedere Marco Agustoni nella sua videolezione, si può usare questo strumento per fare cose che prima erano quasi impossibili, o richiedevano ore di lavoro. Ad esempio aggiungere elementi a un’immagine, generare intere scene da zero, fondere due immagini, e molto altro ancora.

Devo ammettere che, anche se mi sono tenuto aggiornato su quanto stava capitando su questo fronte, non mi aspettavo che Adobe lanciasse qualcosa di così avanzato fin dal primo giorno.

futuro del design riempimento generativo ai

Come ti dicevo prima dal punto di vista della qualità dei risultati c’è ancora molta strada da fare. Ad esempio nel video di Marco, l’intelligenza artificiale, alla richiesta di inserire un gatto, ne ha creato uno molto carino: però con sei zampe.

Però occhio: non ti concentrare troppo su questi errori delle intelligenze generative. Perché se al momento la tecnologia è acerba, e mostra tutti i suoi limiti, la velocità di sviluppo e di correzione degli errori è rapida. Tra qualche mese questi strumenti saranno molto più potenti e focalizzandoci sui problemi iniziali, rischiamo di perdere il quadro generale.

E il quadro generale è che questi strumenti stanno già, proprio adesso, rivoluzionando il modo in cui si fa grafica.

Ok ma, quindi… Cosa rimane per noi designer da fare? Siamo ancora necessari?

diverse opzioni create da motore generativo

Il ruolo del graphic design nell’era delle AI

È il momento giusto per cominciare a riflettere su queste dinamiche, e vorrei farlo nella maniera più utile e costruttiva possibile.

Non sto qui per rassicurarti e prometterti che tutto andrà bene, perché “i designer sono insostituibili e le macchine non potranno mai fare il nostro lavoro”. No.

Affrontare la realtà, capire cosa sta succedendo ci aiuta a fare qualcosa di positivo: prepararci, agire e aggiornarci.

Quella a cui stiamo assistendo è una rivoluzione senza precedenti nel campo della grafica. Ma non la prima: il mondo del design si è evoluto passando attraverso l’invenzione della stampa, l’avvento di Internet, la digitalizzazione e così via.

Il fenomeno di cui parliamo, però, è unico per la velocità con cui sta accadendo.

Anche se è difficile in un contesto così fare previsioni, io credo che il ruolo del designer non scomparirà: ma di certo cambierà.

Il designer dovrà diventare una guida all’interno di un mondo di caos creativo.

Perché se chiunque potrà chiedere all’AI di generare immagini, loghi oppure di ritoccare foto, allora il compito di chi si occupa di designer sarà fornire un orientamento consapevole e qualificato.

Diventerà sempre più evidente che le competenze di un designer non si esauriscono nel saper realizzare in concreto delle grafiche. Piuttosto l’abbondanza di materiale che si potrà ottenere a costi molto bassi renderà sempre più necessarie delle competenze che riguardano la progettazione e la selezione.

risultati motore riempimento generativo in photoshop

Il designer entrerà in gioco proprio per scegliere quale materiale è adatto agli obiettivi di un brand. Le sue competenze saranno indispensabili per modificare e adattare ciò che l’intelligenza artificiale crea, rendendolo appropriato al messaggio che si vuole comunicare.

L’intelligenza artificiale sta per sostituire gran parte del lavoro intermedio del designer. Sto parlando di tutti i compiti in gran parte meccanici, o ripetitivi, come

  • ritoccare una foto
  • cambiare lo sfondo,
  • sostituire gli occhiali da sole con quelli da vista, o viceversa
  • rimuovere gli occhi rossi
  • creare paesaggi astratti
  • applicare effetti di qualsiasi tipo.

Probabilmente, non dovremo nemmeno più occuparci della parte concreta della creazione, quindi elaborare e produrre idee di logo, scene, grafiche e linee comunicative.

In realtà, anche se ci sembra una prospettiva assurda e un po’ ci spaventa, questo cambiamento è già in atto. Non accadrà dall’oggi al domani, e probabilmente neanche nell’arco di pochi mesi. Ma con il tempo il mercato assorbirà questa rivoluzione tecnologica: quindi, nel giro di qualche anno, la professione del graphic design cambierà di conseguenza.

Progettare, selezionare, comunicare

Ti dico cosa penso quindi farà, in pratica, il designer del prossimo futuro.

Sarà incaricato di modellare ciò che l’intelligenza artificiale creerà. Questo significa da una parte rinunciare ad alcune delle attività che magari ti piace svolgere, dall’altra però evitare anche tutto il lavoro noioso. In qualche modo aumenterà la responsabilità: il designer dovrà essere una guida consapevole nel caos estetico generato dall’intelligenza artificiale. Dovrà capire quali opzioni sono valide, quali possono essere generate, e quali creare a seconda di ogni caso.

Se un’azienda deve comunicare un messaggio, non può semplicemente generare un’immagine a caso. Perché, per mantenere una linea comunicativa chiara e definita, ogni strumento visivo deve essere coerente. Significa, per i designer, occuparsi sempre di più della strategia e dell’approccio comunicativo. Allo stesso tempo imparare a maneggiare questi strumenti di intelligenza artificiale, per essere in grado di dare input precisi e dettagliati.

In pratica il lavoro nel campo del graphic design, in un panorama ricco di strumenti basati su AI, riguarderà soprattutto attività di pianificazione, progettazione, strategia.

In sostanza, il designer tornerà a fare quello che ha sempre dovuto fare: progettare, selezionare. Non dovrà più passare ore e ore a creare, non dovrà più utilizzare tutti i singoli strumenti di elaborazione per ritoccare l’immagine mille volte, non dovrà scovare la foto di stock ideale.

software adobe per il graphic design con integrazione ad

Che fine fanno i software di grafica e fotoritocco?

A questo punto potresti chiederti che fine faranno i vari software di grafica e fotoritocco, quelli di Adobe come tutti gli altri in circolazione.

Se pensi che siano destinati a sparire, secondo me, ti sbagli di grosso.

Semplicemente cambieranno, avranno nuovi e più potenti strumenti di fotoritocco, grafica vettoriale o modifiche di elementi di qualsivoglia tipo. Ma sarà sempre necessario utilizzarli per progettare.

Non solo! Sarà anche necessario usarli per manipolare e sistemare quello che le IA creeranno.

Prendiamo ad esempio questo strumento di riempimento generativo. Quando generi qualcosa, potrebbe non essere esattamente ciò che vuoi. Potrebbe essere necessario modificarlo, ritoccarlo, migliorarlo. E, per farlo, si dovrà utilizzare ovviamente tutti gli altri strumenti del software.

E comunque, al di là del generare immagini o parti di queste, ci sono moltissime altre attività che si svolgono attraverso i programmi di grafica e fotoritocco. Per questo è davvero molto poco probabile che, tra cinque anni, utilizzeremo solo Firefly e non Photoshop, per fare un esempio.

real time editing

Piuttosto accadrà il contrario: gli strumenti che oggi usi e conosci rimarranno, ma potenziati dall’integrazione delle funzioni di intelligenza artificiale.

In realtà è quello che vediamo già accadere, e non solo nell’ambito del graphic design, ma, ad esempio, in quello dei motori di ricerca.

Studiare i software rimane quindi fondamentale

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Conclusioni

Come avrai capito parliamo di scenari possibili, nessuno ha la certezza di come andranno le cose, ma penso sia utile condividere delle basi su cui iniziare a ragionare.

Per questo, ancora più che in altre occasioni, vorrei conoscere la tua opinione, il tuo punto di vista. Cosa ne pensi di tutto questo? Sei d’accordo? Che impatto avranno queste innovazioni, questa intelligenza artificiale, nelle nostre vite di designer? Fammelo sapere nei commenti, intanto io ti saluto

Alla prossima!

Commenti:

Un commento in ““È arrivata l’AI nei programmi Adobe: e adesso cosa succede a chi fa design?”

  • Quello che penso sarà la professione e l’apporto di noi graphic designer nei confronti dell’Intelligenza Artificiale (nei prossimi mesi/anni) è che tutti noi “professionisti” dovremo porci nei confronti della AI come Art Director. Dovremo essere in grado di saper pianificare, immaginare e progettare, sapendo che chi produrrà l’immagine (iniziale) molto probabilmente sarà la AI.
    In sostanza sarà importante il “saper chiedere” alla AI quello che vogliamo.

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