Come creare un logo: introduzione al logo design

Lorenzo MigliettaLorenzo Miglietta
Come creare un logo

Il logo è probabilmente l’elemento grafico centrale di tutto il graphic design. È “l’oggetto” attorno a cui ruota tutto: a partire dal branding aziendale fino alla grafica pubblicitaria di volantini e manifesti. Esso contribuisce in maniera fondamentale a costruire l’identità di un marchio, ne esterna la sua anima e permette di differenziare l’azienda dai suoi competitor.

Questo è un articolo vecchio (e incompleto). Se vuoi leggere la più grande guida mai scritta su come creare un logo, clicca qui! 

Ma iniziamo dall’ABC. Che cos’è un logo? Il termine logo è l’abbreviazione di logotipo, ovvero la raffigurazione grafica di un brand o di una marca. Il logo è sostanzialmente un’immagine che definisce il modo in cui un’azienda o una persona viene percepita dall’esterno.

Spesso quando si parla di creare un logo e di logo design non si conoscono i fondamentali della progettazione e quali sono le sue regole. Ebbene si, ci sono delle regole! Ma tranquilli, oggi sono un po’ meno rigide di come erano una volta.

Le 4 regole di logo design

Disegno sulla sabbia

I loghi migliori sono quelli che si riescono a disegnare sulla sabbia – Anonimo

Quando si parla di progettazione di loghi esistono alcune regole di base che riguardano il logo design. Un logo deve essere:

1. Semplice ma non semplicistico

Puntare sulla semplicità nella costruzione di un logo permette di ottenere qualcosa che sia facilmente riconoscibile e identificabile. Evitare quindi inutili aggiunte o un numero eccessivo di forme, colori o fonts.

Come diceva Ludwig Mies Van de Rohe “Less is more“! Quindi puntare sulla semplicità senza però finire nella banalità e nelle idee scontate.

2. Versatile

Un luogo deve essere versatile e adattabile su qualsiasi forma o superficie (o perlomeno sulla maggior parte). Deve poter essere stampato su un biglietto da visita o su un telone alto 30 metri senza perdere di consistenza e valore.

E per farlo spero che tu sappia che un logo va progettato con un software di grafica vettoriale come Illustrator e non con uno di grafica raster come Photoshop, qui è spiegato bene perché. Illustrator si, Photoshop assolutamente no. Non lo si ripete mai abbastanza secondo me.

3. Appropriato

Deve essere adeguato al pubblico con cui l’azienda avrà da interagire. Il logo deve essere coerente con quello che l’azienda vuole trasmettere e con quello che offre e che vende.

Questo però non vuol dire che debba per forza rappresentare quello che vende. Se un’azienda vendesse lamponi e il loro logo fosse un lampone sarebbe un po’ banale no? Poi ci sono sempre le eccezioni però solitamente è così. Difatti i loghi della Apple o della Microsoft non ci fanno mica capire che vendono prodotti informatici.

4. Riducibile all’estremo

Una delle domande che viene spesso posta a un giovane grafico che progetta il suo primo logo è: hai provato a stamparlo in dimensione ridotta?

Questo perché un logo, quando funziona, deve poter essere visibile e riconoscibile pure in piccolo (ad esempio attorno ai 5/6 millimetri di altezza).

Ma queste regole valgono ancora oggi?

Queste sono alcune regole “storiche” che pur rimanendo sempre estremamente valide e da tenere sempre a mente, possono essere parzialmente violate in alcuni casi.

Fino a pochi anni fa la grafica era progettata per poter poi essere stampata o passata in serigrafia e aveva quindi tutte le necessità e le restrizioni tipiche della stampa.

Oggi capita sempre più spesso che un logotipo venga progettato soltanto per essere utilizzato su schermo come i loghi per i siti internet o per le applicazioni degli smartphone. La diversa destinazione d’uso può far si che il modo in cui si approccia il progetto cambi e che le regole per costruire un logo cambino seppur sempre in modo ragionato.

L’esempio classico è quello delle sfumature di colori in un logo. Le sfumature in un logo sono molto difficili da essere stampate o faxate e richiedono sempre una stampa di qualità elevata (che non sempre è possibile usare) per non compromettere la qualità del logo. Sia chiaro, in ogni modalità d’uso le sfumature non sono mai il punto cardine attorno alle quali ragionare sul logo. Possono però essere una possibile variante del logo stesso su schermo.

Come creare un logo

Veniamo alla parte pratica. Nella creazione di un logo solitamente si distinguono alcuni momenti importanti che sostanzialmente si possono raggruppare in queste 5 fasi.

Fase 1: il brief aziendale

Conferenza

La prima fase importante da affrontare quando si inizia a creare un logo per un’azienda è il brief aziendale. Solitamente esso consiste in un documento in cui l’azienda cerca di spiegarci quali sono le sue necessità, descrivendo le sue attività principali, il settore commerciale di riferimento e i suoi obbiettivi. È questa una fase strategica che occupa un ruolo fondamentale del processo creativo.

Non bisogna subito iniziare a disegnare buttando giù idee senza un filo logico di base, come fanno molti “grafici a tempo perso”. I professionisti sanno che la parte di analisi, il costrutto razionale dietro le prime bozze, nasce dall’interazione e dalla comunicazione con l’azienda.

Leggo il brief. Schematizzo le keywords che emergono dal brief. Cerco di interpretarle in modo da avere una base solida su cui operare. Queste parole chiave sono la fase di partenza di ogni costruzione di logo e devono essere capite ascoltando il cliente o leggendo quello che ti scrive.

Capirete quindi che serve avere una buona interpretazione delle parole degli altri e una buona capacità a leggere tra le righe. Come fare ad averle? Beh, mi spiace ma qui o si hanno queste competenze in modo innato oppure possono arrivare solo con l’esperienza.

Spesso però è molto utile avere delle buone capacità nel lavorare in gruppo, non è facile, lo so!

Fase 2: bozzetti e scelta del font

Studio del font per un logo di Rene Bieder.
Studio del font per un logo di Rene Bieder.

Bisogna iniziare a pensare a come sarà il marchio finale. Si parte dallo strumento più potente per la creatività: la tua mano, veicolata su un foglio di carta attraverso una penna o una matita. Lavorare direttamente su schermo con Illustrator è un grosso errore perché limita fortemente il potenziale della tua creatività.

Quindi prendi una penna e inizia a buttare giù bozzetti. Non devi creare delle opere d’arte ma hai semplicemente bisogno di trasformare le parole chiave acquisite attraverso la fase di briefing in idee. In questa fase probabilmente avrai bisogno di alcuni trucchi per stimolare la creatività.

In questa fase è importante analizzare già in partenza il font che si vorrà utilizzare per il testo. Sai perché è importante pensarci prima? Perché noi grafici tendiamo a scegliere sempre i nostri font preferiti (ad esempio io casco sempre nei tranelli Helvetica, Gotham e Futura) invece del font più giusto.

Per scegliere il font più giusto per le keywords analizzate bisogna scegliere separatamente dal resto del processo creativo. E bisogna farlo subito.

È sempre utile, ovviamente, avere conoscenze di base sui font e sulle tipografia, magari sapendo innanzitutto che cos’è un font (lo sai vero?), e poi conoscere bene tutti i suoi elementi.

Però ricorda: anziché partire dai font pre-installati sul computer è meglio cercare qualcosa di più attinente alle keywords evidenziate prima. Per cercare qualcosa di più esclusivo e originale non è bene andare sulle piattaforme di font gratis (come dafont) ma magari cerca qualcosa sulle piattaforme a pagamento (come myfonts), molto più professionali e specializzate (sempre cercando di rimanere in linea con il budget disponibile).

Fase 3: il concept ed il naming

Creare un logo

Il processo creativo procede e superata la fase di analisi e di riversamento su carta delle idee arriva il punto in cui vanno concretizzati i primi concept. Il consiglio è sempre quello di puntare su 3 diverse idee. Come diceva un mio professore universitario di queste tre idee, una piacerà al grafico o all’agenzia creativa, una farà schifo ma servirà a dare la soddisfazione al cliente di poter scartare subito qualcosa e l’altra sarà quella che l’azienda sceglierà e che quasi mai è quella che piaceva di più al graphic designer.

Nella fase di concept bisogna radunare tutte le keywords e tutti i bozzetti e scegliere le idee migliori venute fuori dalle fasi precedenti su cui puntare. Una volta fatta questa scelta bisogna tirare giù un concept. Ovvero un documento di bozza in cui viene spiegato il percorso in cui si è giunti a questa idea generale di marchio.

Successivamente si aspetta il feedback del cliente in cui ci comunica le sue opinioni e le sue scelte così da capire su quale progetto puntare.

Un elemento spesso richiesto in questa fase è la scelta del naming ovvero il modo in cui il nome dell’azienda sarà scritto nel logo. Non parlo del font ma proprio della parola.

Mi spiego meglio: prendete ad esempio un’azienda che si chiami Ciccio De Ciccioli Alimentari. Ecco, magari quell’azienda vorrebbe essere riconosciuta in modo diverso. L’agenzia grafica o il freelancer dovrà allora occuparsi di trovare un nome più funzionale (ad esempio CDC Alimentari) che non sia mai stato utilizzato da qualche altro marchio registrato, ovviamente.

Fase 4: definizione del pittogramma e la scelta dei colori

scelta dei colori

Ok, finalmente puoi aprire Illustrator (o altri programmi di grafica vettoriale). In questa fase bisogna definire il pittogramma (se presente) creando una sua griglia con dimensioni ben precise e prestabilite nel concept rispettando gli spazi e le misure. Questo sarà l’elemento distintivo del marchio e dell’azienda nella sua totalità, è bene quindi che ti riformuli due domande fondamentali per capire se il tuo progetto, arrivato a questo punto sia veramente a posto:

  1. Hai fatto qualcosa di originale? Non hai scaricato elementi vettoriali o loghi che hai parzialmente modificato? Possiedi la licenza per i font che utilizzi (se non sono free)? È bene che tu risponda sinceramente a queste domande perché il copyright è una cosa molto importante e chi scopiazza qua e là merita di essere penalizzato. Quindi attenzione!
  2. Hai seguito le 4 regole di prima? Il tuo logo è troppo complicato? Hai cercato di trasmettere troppi concetti in un solo progetto? Un logo non deve essere un’illustrazione ma deve sempre puntare sulle forme semplici perché è più comunicativo.

Detto questo entriamo in una delle mie fasi preferite ovvero la scelta del colore. Il colore va scelto seguendo determinati criteri e rispondendo ai valori che l’azienda vuole trasmettere emersi dal briefing. Ogni colore ha un suo range emozionale dato dalla psicologia dei colori, argomento di cui parlo approfonditamente in questo articolo su come scegliere il colore di un logo.

Fase 5: la presentazione e il brand manual

Creare un logo

La fase della presentazione è assolutamente da non sottovalutare. È la fase in cui puoi esaltare il tuo lavoro e la fatica che hai utilizzato per portarlo a compimento ed è la fase in cui puoi convincere il tuo cliente a tornare da te e trasformarlo in cliente fisso.

La presentazione di un logo a livello professionale comporta la stesura di un brand manual. Il brand manual è un manuale stampato che viene consegnato all’azienda a progetto concluso in cui viene presentato il logo con tutte le sue applicazioni.

Devi spiegare nel dettaglio il percorso creativo, si presenta il logo nella sua interezza con i rapporti dimensionali, le sue varianti monocromatiche, in scala di grigio, in negativo, per colore, l’elemento grafico pittogramma da solo oppure una variante a dimensioni ridotte che non pregiudichi l’interezza. Insomma, tutte le possibili applicazioni del logo, creando così un’efficace immagine coordinata.

A seconda del tipo di azienda e del tipo di progetto si possono inserire applicazioni del logo (magari tramite mock-up) su varie superfici di diverso colore e texture come ad esempio t-shirt, biglietti da visita, targhette metalliche, gadget e chi più ne ha più ne metta.

Vanno anche date indicazioni sui font da utilizzare in accompagnamento ai loghi ad esempio per una brochure o un volantino. Tutto, ma proprio tutto, quello che è necessario va messo nel brand manual che, tra l’altro, giustificherà anche il prezzo di commissione che chiederai ;-)

Per scoprire come i migliori graphic designer presentano i loro progetti ti consiglio di passare delle ore a vedere i migliori progetti di branding sul social network di Behance, dove gli artisti e i designer pubblicano i loro portfolio.

Conclusioni

Bene. Queste erano le linee guida per introdurti al logo design e per capire come creare un logo. Sei d’accordo sul tipo di percorso da me analizzato? Ritieni che queste informazioni ti possano essere utili? Qualsiasi sia il tuo parere fammi sapere che ne pensi nei commenti qui sotto!

Alla prossima,

Lorenzo.

Commenti:

Ci sono 10 commenti in “Come creare un logo: introduzione al logo design”

  • Ciao Lorenzo,

    bel blog e sopratutto utile!
    Una domanda…ma per i mock-up dei loghi che vedo spesso su behance, bellissimi con tanto di applicazione su t-shirt, packaging ecc ecc, che programma utilizzano?
    Photoshop?O utilizzano dei template, su cui poi applicano il logo creato adattandolo e trasformandolo in photoshop per dargli la giusta prospettiva dopo l’applicazione sui vari oggetti?

    Grazie!

    • Ciao Francesco!
      Solitamente si utilizzano dei template dei vari oggetti di cui si ha bisogno! :) Ad esempio una maglietta bianca con una maschera modificabile all’interno della quale inserisci l’immagine o il logo di cui hai bisogno :)
      Ovviamente tutto questo si fa lavorando con Photoshop!
      L.

  • Ciao Lorenzo! Grazie per aver condiviso questi concetti, che
    trovo non solo veritieri ma anche molto utili. Vorrei
    condividere con voi un interessantissimo articolo dedicato alla creazione di
    loghi: [link rimosso]

  • Lorenz, leggendo i primi 4 punti fondamentali ho notato che il secondo e il quarto sono pressoché uguali. Qual è la differenza fra i due? :)

  • A me piace loghi tipo quello di siteground semplice e lineare. sto provando ad imitarlo in uno dei miei siti ma per ora riesco solo a distorcere le linee sfumando i contorni… male…

  • Buon giorno, Lorenzo.
    Innanzi tutto, devo dire che nell’oceano sterminato di “graphic designer blog” questo è uno dei migliori, anche se oggettivamente è difficile stilare una classifica in un settore stra colmo in termini di presenze di designer freelance, ma cmq. davvero tanti complimenti, e spero Genova risponda come meriti, nella tua professione.

    Ascolta, ti scrivo – non da graphic designer – per chiederti aiuto riguardo un “come fare” con Photoshop. Non so se sia la pagina giusta per porti la domanda, ma altrimenti non saprei dove. In breve: abbiamo una forma qualsiasi chiusa, magari con contorno segmentato/irregolare; vogliamo creare delle fasce dentro la figura da colorare successivamente (orrizz. o verticali non importa). L’unica modalità con Ph. è tracciarle con lo strumento “linea”, poi usare il “laccio poligonale” per selezionare una a una ogni fascia per poi colorarla col secchiello? Io sono arrivato a questo metodo, che però ha l’inconveniente di far perdere troppo tempo con il laccio poligonale. Io vorrei sapere se esiste un altro modo che io non conosco per selezionare in modo immediato ogni fascia, senza dover contornarle una a una con il laccio.
    Ti ringrazio e ancora complimenti per il blog.
    BAF

  • Salve gente.
    Io e il mio team (indie) stiamo creando un videogioco con ambientazione spaziale sci-fi, da circa un anno.
    Si tratta di un simulatore spaziale di combattimenti sulla falsa riga di Wing Commander, serie X, X-wing…
    Maggiori info al link http://www.indiedb.com/games/star-shift o alla pagina facebook di Star Shift. Il sito del team è http://www.artistic-minds.it ma è attualmente in fase di restyling.

    Tra un paio di mesi partirà la nostra campagna di crowdfounding su Kickstarter e si rende necessario il disegno di qualche bella illustrazione che crei l’atmosfera adeguata allo stile di gioco.
    Se qualcuno fosse interessato può contattarmi su facebook.
    Lo standard qualitativo che ricerchiamo deve allinearsi con la qualità delle immagini che potete vedere sulla nostra pagina indiedb.
    Siamo un gruppo di cinque persone che lavorano esclusivamente da casa propria ma la qualità finale del gioco si avvicina ad una qualità AAA che, essendo indie, definirei III. ;-)

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